Parole di elogio di Sallustio a Cesare

Omnes noverunt regna atque imperia fortunam dono dare, et etiam alia quae per mortales avide cupiuntur, quia et apud indignos saepe erant quasi per libidinem data neque cuiquam incorrupta permanserant....

Tutti hanno saputo che la fortuna ti ha dato in dono regni ed imperi, ed anche altre cose che sono desiderate avidamente dai mortali, sia perché erano state accreditate spesso presso gli indegni per così dire per mezzo della libidine sia perché non erano rimaste a nessuno inviolate.

Ma la realtà ha insegnato che ciò era vero, perché nei carmi Appio asserisce, che ogni fabbro esiste per la propria fortuna, e in te, Cesare, soprattutto, che superi tanto gli altri, che gli uomini si sono stancati di elogiare le tue imprese prima di te nel renderle degne di lode. Nessuno volendo concede il potere ad un altro e, anche se sia buono e clemente, colui che ha tuttavia più possibilità (potrebbe di più), perché gli è concesso di trovarsi nella negatività, è temuto.

Avviene ciò perché la maggior parte potendo deliberano in modo perverso e ritengono di essere più protetti tanto, quanto quelli su cui comandano sono più di basso livello. Tu, in verità, essendo onesto e valoroso, cominciasti subito a ricambiare quelli posti al di sotto rispetto agli ottimi.

Infatti ogni persona pessima sopporta molto duramente il rettore. Ma questo è per te più difficile, rispetto a tutti prima di te, ordinare pacificamente quello che hai conquistato con le armi, perché hai combattuto più fiaccamente rispetto agli altri che hanno compiuto la pace.
(By Maria D. )

Versione tratta da Sallustio

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