Prodigi e vaticini

Ab antiquis Romanis multa funesta prodigia videbantur. Saepe mira portenta Italiae incolas terrebant, et victoriam aut advrersam fortunam nuntiabant....

Venivano attentamente esaminati dagli antichi romani molti presagi che annunciavano disgrazia (funesta). 

Spesso straordinari prodigi spaventavano gli abitanti dell'Italia, e annunciavano la vittoria o l'avversa fortuna. Una volta nella villa di Livia, severa matrona, tremò con un grande boato tremò tutta la terra: nello stesso tempo molti graziosi edifici venivano scossi da un fulmine e le truppe Romane venivano pesantemente vinte da un agguato dei Germani.

I  presagi rivelavano spesso agli uomini i propositi degli dei agli uomini. Gli uomini osservavano timorosi con grande attenzione i segni della natura: i tuoni, i terremoti, la pioggia di sangue o di lacrime. L'arte aruspicina, che era curata dagli Etruschi, era un'arte influente per i Romani: gli aruspici esaminavano le interiora delle vittime e preannunciavano le cose future.

Gli auguri  esaminavano su alti luoghi anche il volo degli uccelli, e così emettevano gli oracoli.

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