Quale virtù per l'uomo
Illud quidem honestum, quod proprie vereque dicitur id in sapientibus est solis neque a virtute divelli umquam potest....
Quella che è davvero l'onestà, che si definisce in modo appropriato e certo, la si trova solo nei sapienti e non può mai essere separata dalla virtù.
In coloro in cui, tuttavia, la sapienza non è eccellente, non è in alcun modo eccellente neppure quella stessa onestà, (ma) possono essere presenti analogie dell'onestà. [...] Quel dovere, tuttavia, che gli Stoici chiamano retto, è perfetto e assoluto e non può essere presente in nessun altro oltre al sapiente. Quando, tuttavia, si compie qualcosa, in cui compaiono i doveri di mezzo, questa (l'onestà) sembra essere eccellente perché la gente comune, ciò che è lontano dalla perfezione, raramente lo capisce; fino a quando non si rende conto, pensa che non è stato trascurato nulla.
Questa stessa cosa si verifica (venit usu) nei componimenti poetici, nei quadri e in parecchie altre cose in modo che gli ignoranti si compiacciano e lodino quelle cose che non devono essere lodate, per questa ragione, io credo, che è presente in queste cose qualcosa di onesto, che conquisti gli ignoranti, perchè non sono in grado di giudicare cosa ci sia di difetto in ogni singola cosa.
Di conseguenza quando sono ammaestrati da esperti desistono facilmente da (quel) modo di pensare.
(By Vogue)
Versione tratta da Cicerone
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