Qualunque sorte mi sia destinata, che accada!

Ego sum ille consul, patres conscripti, cui non forum, in quo omnis aequitas continetur, non campus consularibus auspiciis consecratus, non...

Io sono quel console, padri iscritti, che non ebbe il foro, in cui è contenuta ogni equità, il campo consacrato dagli auspici consolari, la curia, il sommo aiuto di tutti, la patria, comune rifugio, il letto dato per il riposo, infine questa sede d'onore mai sgombra dal pericolo della morte e dall'insidia.

Io ho taciuto molte cose, molte ne ho portate a termine, molte ne ho concesse, molte ne ho sanate con un certo mio dolore nel vostro timore.

Ora se gli dèi immortali hanno voluto che ci sia questa fine del mio consolato, per strappare voi ed il popolo romano dalla miserrima strage, i coniugi e i vostri figli dalla durissima vessazione, i templi e i santuari, questa bellissima patria di tutti noi dall'orribilissima fiamma, qualsiasi cosa sarà proposta dalla sorte a me solo, la subirò.

Tuttavia io non sono un tale disumano, da non commuoversi dallo sgomento del carissimo fratello e il più affettuoso in questo momento e dalle lacrime di tutti coloro, dai quali vedete che sono seduti intorno a me.
(By Maria D. )

Versione tratta da Cicerone

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