Quando la vanità uccide

Noctua solebat victum in tenebris quaerere cavoque ramo capere somnum sed cicada acerba ei convicia faciebat....

Una civetta soleva cercare il cibo durante la notte ed addormentarsi in un ramo cavo ma una cicala le rimandava striduli schiamazzi.

La civetta disse alla cicala: "taci, ti prego". Ma la cicala iniziò a gridare molto più forte. La civetta scongiurava nuovamente la cicala ma ella gridava più forte. La civetta come vide che non c'era alcuna risposta e che le sue parole erano disprezzate, affrontò la cicala canterina con l'inganno:

"le tue parole sono divine e sono cantate al suono della cetra delle muse e sei la schiava delle muse. Ora le muse donano alle civette l'acqua cristallina e divina, vieni beviamo insieme l'acqua delle muse, ne sei degna infatti". Allora la gloriosa cicala, dato che aveva sete e nello stesso tempo amava essere lodata, volò piena di desiderio.

La civetta giunse dalla cavità, afferrò la cicala e la uccise. Così da morta attribuì alla civetta il dono che le aveva negato da viva. La favola insegna: spesso un animo vuoto non si adatta agli altri pertanto affronta le pene della propria superbia. (By Maria D.)

Versione tratta da Fedro

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