Ricordo di un amico morto

Mihi Scipio, qui subito ereptus est, vivit tamen semperque vivet: virtutem enim amavi illius viri, quae exstincta non est....

Scipione, che mi fu strappato all'improvviso, tuttavia vive e sempre vivrà: amai infatti la virtù di quell'uomo, che non si è estinta.

Non solo si riversa dinanzi agli occhi a me, che ho ammirato quel valore, ma sarà famosa e insigne anche ai posteri. Nessuno penserà qualche volta con animo o con speranza a grandi cose, da non porre dinanzi a sé la memoria e l'immagine di quello. Io effettivamente, di tutte le cose che la fortuna mi ha attribuito, non ho nulla, da poter paragonare all'amicizia di Scipione.

Non ho mai dissentito da lui neppure in una piccolissima cosa, non ho udito nulla da lui, che non volessi sentire: noi avevamo un'unica casa, lo stesso vitto, ed erano comuni non solo la milizia ma anche gli spostamenti e i soggiorni in campagna. Infatti che cosa io dovrei dire in merito agli studi letterari, in cui abbiamo trascorso tutto il tempo libero, lontani dagli sguardi del volgo?

Il ricordo e la memoria di tali cose se fossero stati uccisi insieme con lui, non avrei potuto sopportare in alcun modo la mancanza di quel unitissimo e amatissimo uomo. Ma quelle non si sono estinte, e piuttosto sono alimentate e accresciute dal pensiero e dal mio ricordo.
(By Maria D.)

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