Sacerdoti aruspici e Sibille - LINGUA MAGISTRA Versione latino
Sacerdoti, aruspici e Sibille versione latino traduzione
dal libro Lingua Magistra vol. 1 pagina 96 numero 27
Romani vera putabant auguria et praesagia: multa et diversa vaticinia a sacerdotibus pronunciabantur et ita futurum praedicebatur....
I Romani consideravano veritieri i vaticini e i presagi: dai sacerdoti erano pronunciati numerosi e vari vaticini e così era predetto il futuro.
Le intenzioni degli dei erano rivelate mediante il volo degli uccelli o per mezzo dei polli sacri. Anche i Greci interpretavano i presagi ed avevano molti famosi oracoli: gli ambasciatori spesso si recavano al dio Apollo presso Delfi e pregavano un responso veritiero del dio. Il popolo Romano apprese l’antica arte degli aruspici dagli Etruschi: gli aruspici esaminavano le interiora delle vittime dei sacrifici e pronunciavano presagi e vaticini.
Le sibille invece, donne profetesse di Apollo venivano ispirate dal dio ed emettevano oracoli e responsi, in Grecia e in Italia.
La Sibilla Cumana era famosa: viveva in una grotta scura e sicura presso Cuma in Campania. I vaticini della Sibilla venivano scritti sulle foglie delle palme e poi venivano raccolti nei Libri Sibillini i quali venivano custoditi nel Campidoglio.
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