Salvato dalle acque

Filia Pharaonis venit ad flumen Nilum ut ablueret corpus. Forte vidit fiscellam inter arundines misitque illuc unam e famulis suis...

La figlia del Faraone giunse al fiume Nilo per lavare il corpo. Per caso vide una cesta tra le canne ed inviò in quel luogo una delle sue serve ordinando:

"Portami quella cesta". L'ancella subito obbedì e, afferrò la cesta e, dopo averla aperta, vedendo il piccolo che piangeva, ebbe compassione di lui: "Questo è uno dei bambini degli Ebrei - disse. Se lo porterò alla mia padrona, indubbiamente sarà ucciso. Pertanto non lo porterò". Allora la sorella del bimbo, che si trovava non lontano dalla cesta, si avvicinò all'ancella e la esortò a portare il bambino da una donna Ebrea, affinché lo allevasse.

La figlia del Faraone, avendole viste discorrere, ordinò alla sua ancella di portarle la cesta. Allora l'ancella fece ritorno dalla sua padrona, portando la cesta con il bimbo. Quando la figlia del Faraone lo vide anch'essa ebbe compassione di lui. E la sorella del bambino, esortata anche la figlia del Faraone a trovare una donna Ebrea che allevasse il piccolo, chiamò subito la madre.

La figlia del re diede a lei il bimbo, affinché fosse allevato, dopo aver promesso una ricompensa. E così la madre allevò il bimbo e da adulto lo portò dalla figlia del Faraone, che lo adottò e lo chiamò Mosè, cioè "salvato dalle acque".

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