Scaramucce tra Cesare e Pompeo

Caesar, postquam ad flumen Bacetim venit, quia propter altitudinem aquarum difficulter vires pedestres traducebat, lapidibus plenos corbes...

Dopo che arrivò fiume Baceti, Cesare, poiché a causa dell'altezza delle acque trasferiva con difficoltà le truppe di fanteria, immerse ceste piene di pietre, ponendovi sopra pesanti travi; così creò un saldo ponte attraverso il quale condusse le truppe nell'accampamento.

Guidava le truppe in triplice schiera verso la città dalla zona del mare, come abbiamo scritto sopra. Quando Pompeo giunge qui con le sue truppe, pone l'accampamento di fronte in egual maniera. Cesare, che voleva tener lontano Pompeo dalla città, iniziò a condurre una trincea fino al ponte: Pompeo fa la stessa cosa con uguale intenzione.

A questo punto tra i due condottieri scoppiò una contesa, dalla quale scaturivano piccoli ma feroci combattimenti quotidiani: ora furono fortunati i soldati di Cesare, ora le armate di Pompeo. Quando i piccoli combattimenti giunsero ad una grande lotta e da entrambe le parti scoppiò una battaglia corpo a corpo, mentre i soldati di Cesare e di Pompeo cercavano ardentemente di mantenere la posizione, si ammassavano a causa del ponte e, avvicinandosi alle rive del fiume, cadevano, stipati.

Qui non solo i morti amplificavano la morte, ma i tumuli eguagliavano i tumuli. Così Cesare voleva condurre i nemici in un luogo favorevole e decidere in fretta della guerra.

Versione tratta da Bellum Hispaniens

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