Socrate davanti ai giudici
Socrates, quamvis omnium sapientissimus esset sanctissimeque vixisset, ita in iudicio capitis pro se ipse dixit, ut non supplex aut reus, sed magister aut iudicum dominus esse videretur....
Socrate, anche se fu il più saggio di tutti e visse santissimamente, egli stesso nel processo capitale disse in merito a lui così da sembrare di essere non supplichevole o responsabile, ma maestro o padrone dei giudici.
Anzi anche, Lisia brillantissimo oratore avendogli portato un'orazione scritta, che, se gli fosse sembrato opportuno, l'avrebbe potuta imparare a memoria, per utilizzarla nel processo, la lesse ben volentieri: disse che quell'orazione era stata scritta bene, che gli sembrava ordinata e di arte oratoria, ma non gli sembrava forte e virile.
In verità i giudici avendogli chiesto quale pena gli sembrasse di meritare, Socrate rispose di meritare di essere decorato di grandissimi onori e premi e che gli fosse offerto pubblicamente il vitto quotidiano nel Pritaneo onore che era considerato massimo presso i Greci.
I giudici alla sua risposta si infuriarono così, da condannare il più innocente alla pena capitale.
(By Maria D. )
Versione tratta da Cicerone
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