Tanaquilla e Tarquinio Prisco

Cum Etrusci Lucumonem e muliere advena genitum spernerent, Tanaquil ferre indignitatem non potuit et, ut virum suum honoratum videret, a Tarquiniis migrare statuit....

Gli etruschi disprezzando lucumone generato da una donna straniera, Tanaquilla non poté sopportare l'oltraggio e, per vedere suo marito onorato, decise di andarsene via dai Tarquinii.

Ormai il desiderio di onori persuase facilmente Lucumone e andò via con lui a Roma. Essendo giunti presso il Gianicolo, a Lucumone che sedeva in carrozza con la moglie, un'aquila portò via il berretto, e volando con grande stridore sopra la carrozza glielo ripose di nuovo sul capo; da lì volò nell'aria. Tanaquilla, esperta di prodigi celesti, reputò che ciò fosse un augurio divino.

Rallegrandosi e abbracciando il marito, lo esortò a sperare in cose elevate ed eccelse. Portando con sè questi pensieri e speranze entrarono in città e dopo che qui si prepararono il domicilio, Lucumone assunse il nome di Lucio Tarquinio Prisco. Tarquinio Prisco per le sue ricchezze era gradito ai Romani ed egli stesso si comportava ottimamente elargendo benefici finchè la fama di lui si diffuse nella reggia.

In breve tempo fu accolto dal re in amicizia e in familiarità; era presente nei consigli pubblici e privati sia in pace che in guerra e alla fine fu scelto anche come tutore nel testamento dei figli del re.
(By Maria D. )

Versione tratta da Livio

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