Tebe sotto il controllo di Sparta: la resistenza di Pelopida e dei suoi (II)

Illi duodecim, quorum dux erat Pelopidas, interdiu Athenis exierunt, ut vesperascente caelo Thebis possent esse; et cum canibus venaticis...

Quei dodici, il cui condottiero era Pelopida, durante il giorno uscirono da Atene, per poter essere a Tebe al calar della sera; e uscirono con i cani da caccia, portando le reti da caccia, con il vestito agreste, per compiere il viaggio con minor sospetto.

Questi essendo giunti, fu riferito subito ai magistrati dei Tebani che gli esuli erano giunti in città; quelli, in verità, dediti al vino e al banchetto, non tennero conto di ciò. Ma, quando ormai sopraggiunse la notte, tutti quelli ubriachi furono uccisi dagli esuli, sotto la guida di Pelopida.

Compiute tali cose, chiamato il volgo alla libertà e alle armi, non solo coloro che erano in città, ma anche dai campi accorsero da ogni parte, respinsero il presidio degli spartani dalla rocca e liberarono la patria.
(By Maria D. )

Versione tratta da Cornelio Nepote

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