Un amore sfortunato: Eco e Narciso

Narcissus iuvenis valde formosus itemque superbus erat. Olim hunc aspexit garrula nympha Echo, quae, propter Iunonis invidiam, verba audiens, tantum ultimam syllabam reddere valebat....

Narciso era un giovane molto bello e allo stesso modo superbo. Una volta la chiacchierona ninfa Eco lo osservò, la quale, per l'invidia di Giunone, udendo le parole, riusciva a ripetere soltanto l'ultima sillaba.

Giunone, infatti, aveva fatto ciò, perché, mentre le ninfe dei boschi giacevano con Giove sul monte, quella tratteneva la dea con un lungo discorso e dava così il tempo alle ninfe per la fuga. Dopo che in verità Giunone aveva percepito ciò, la punì. Dunque, questa stessa, non appena vide Narciso per le campagne fuori mano, se ne innamorò e cercò ovunque le sue orme. Narciso invece disprezzava l'amore della ninfa e la evitava sempre;

quella, dunque, per il grande dolore, si nascose nelle selve e visse sola nei luoghi oscuri; ma tuttavia l'amore cresceva e il dolore di quella fiamma consumò il suo corpo e sopravvisse la sola voce. Narciso, in verità, espiò la pena per la sua superbia.

Poi quello, specchiandosi nell'acqua della fonte, fu acceso subito d'amore: considerava vero il corpo che c'era nell'onda. Così, mentre desiderava prendere se stesso, cadde nella fonte e al posto del suo corpo nell'acqua fu trovato un fiore.
(By Maria D. )

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