Un dono fatale

Graeci Troiam obsidebant sed eam non capiebant et oppidum tutum manebat. Igitur Minervam, deam Graecis propitiam, consultabant....

I Greci assediavano Troia ma non la espugnavano e tutta la città sopravviveva.

Dunque consultavano Minerva, dea favorevole ai Greci. In seguito Epeo, sotto consiglio della dea, fabbricava un cavallo di legno, dove si rinchiudevano molti e famosi uomini. Sul cavallo i Greci scrivevano "I Danai donano il cavallo a Minerva". Poi se ne andavano da Troia e ponevano l'accampamento a Tenedo, piccola isola dell'Egeo davanti alla città di Troia. I Troiani vedevano lo straordinario cavallo ed esclamavano: "Alla fine i Greci abbandonano Troia!" Dopo esultavano dalla gioia e portavano il cavallo nella città, come Priamo ordinava.

Cassandra, figlia di Priamo, avvisava i Troiani con grande insistenza e ripeteva spesso: "Troiani, è un inganno (insidiae, insidiarum pl); infatti i Greci stanno nascosti nel cavallo! Allontanate il cavallo, trascinatelo fuori dalla città". Ma i Troiani non credevano assolutamente (numquam) a Cassandra: infatti ritenevano pazza la fanciulla e durante la notte imbandivano un grande banchetto (epulae, epularum pl). Poi giocavano, mangiavano, bevevano e stanchi ed ubriachi, dormivano. Il cavallo veniva aperto da Sinone e i Greci impavidi saltavano (fuori), sguainavano la spada ed uccidevano le sentinelle; e così davano un segnale ai compagni e con l'aiuto dei compagni prendevano e distruggevano Troia.<

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