Un funesto cinghiale

Cum in Aetolia regnabat Oeneus tyrannus, maxime deae Dianae invisus, aper vastus horridusque, deae iratae minister, ex suis latebris inter...

Quando in Etolia regnava Eneo tiranno grandemente odiato dalla Dea Diana, un ferocissimo e selvaggio cinghiale strumento della dea infuriata, dai suoi nascondigli, tra gli alti platani e faggi del fitto bosco faceva irruzione (lett. presente)  nel campo e devastava i campi e i prati dei poveri contadini.

Poiché la belva veniva colpita invano da una grande moltitudine di uomini con frecce e con forconi, i poveri contadini erano molto angosciati perché molti venivano uccisi o feriti.

Infine contro il cinghiale, con alcuni amici, arrivò Meleagro, figlio di Eneo, valoroso e coraggioso giovane. Desiderava infatti fortemente combattere per la sua patria e liberare l'Etolia da un così disastroso mostro. Arrivò dunque nei campi con un compagno e, quando il cinghiale si avvicina(va), estraeva (lett. estrae) la spada dal fodero e trafiggeva (lett. trafigge) la bestia funesta. Così il cinghiale veniva ucciso (lett. viene ucciso) e tutta l'Etolia veniva (lett. viene) liberata dal valoroso giovane.

Dopo gli etoli liberati dimostravano (lett.dimostrano) animo riconoscente e innalzavano (lett. innalzano) a Meleagro una statua presso il bosco, dinanzi alla quale assai incantevoli corone di alloro  mostravano il riconoscente ricordo del beneficio.

Copyright © 2007-2024 SkuolaSprint.it di Anna Maria Di Leo P.I.11973461004 | Tutti i diritti riservati - Vietata ogni riproduzione, anche parziale
web-site powered by many open source software and original software by Jan Janikowski 2010-2024 ©.
All trademarks, components, sourcecode and copyrights are owned by their respective owners.

release check: 2024-03-12 19:51:44 - flow version _RPTC_G1.3