Un furto sacrilego

Litterae in senatu recitatae sunt Q. Minuci praetoris, cui Bruttii provincia erat; illae nuntiabant pecuniam Locris ex Proserpinae thesauris nocte clam sublatam esse nec vestigia ulla exstare....

Fu declamata in senato la lettera del pretore Q.Minucio, che si trovava nella provincia dei Bruzii: questa riferiva che di nascosto di notte a Locri era stato sottratto del denaro dai tesori di Proserpina e non s'intravedeva alcuna impronta.

Il senato sopportò indegnamente che non si cessava dai sacrilegi. Fu dato l'inncarico al console C.Aurelio di scrivere al pretore nel Bruzio che al senato sembrava opportuno che fosse approfondita subito la questione in merito ai tesori saccheggiati.

I prodigi annunciati in parecchi luoghi scaturirono la cura di espiare la violazione di quel tempio. Sembrò opportuno fare sacrifici espiatori. Si ordinò ai decemviri di consultare i libri dei portenti. I decemviri dai libri comandarono alcune cose, il console C.Aurelio provvide a mettere in pratica tali cose.

Si ordinò inoltre che le vergini cantassero per la città (che dalle vergini si cantasse per la città) e che venisse offerto un dono alla Regina Giunone.
(By Maria D. )

Versione tratta da Livio

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