Un'idilliaca e falsa descrizione della vita dei contadini
Serena beataque est agricolarum vita! Vere alaudae roseam auroram nuntiant, lusciniae suaviter canunt, timidae gemunt columbae, in dumetis gemmae germinant et in silvis arbores virent ac olent timidae violae....
E' serena e beata la vita dei contadini! In primavera le allodole annunciano la rosea aurora, gli usignoli cantano soavemente, le colombe tubano timorose, sui cespugli germogliano le gemme, nei boschi verdeggiano gli alberi e profumano le pavide viole. Nell'ombra dei boschi rumoreggiano limpide acque.
In estate il contadino riposa nel bosco ombroso, mentre le cicale cantano rauche e bionde spighe vengono mosse dall'aria tiepida. In Autunno maturano le uve nelle vigne e i castagni offrono un cibo squisito. In inverno quando il buio ed il freddo ricoprono la terra, le figlie del contadino accendono le lucerne nella fattoria e preparano una cena modesta, mentre il padre di famiglia sonnecchia vicino al focolare. Ma può essere davvero questa la vita dei contadini?
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