Un romano ha il coraggio di opporsi al dittatore Silla

Ita Quintum Scaevolam augurem merito comparabo cum aliis strenuis civibus....

Così paragonerò a buon diritto l'augure Quinto Scevola con gli altri valorosi cittadini.

Dopo che aveva disperso ed abbattuto le fazioni dei nemici, Silla occupò la città e costrinse con le armi (con la forza) il senato ad obbedire al proprio volere ed aveva optato (forse è optabat non otabat) per l'elevata cupidigia che Caio Mario fosse giudicato nemico dello stato. Mario infatti aveva combattuto contro Silla.

Nessun senatore osava mettersi contro di lui (nessun senatore osava andare contro il volere di Silla) il dittatore (riferito a Silla) presiedeva ogni cosa. Anche Scevola fu interrogato in merito a tale questione e solo lui non espresse giudizio. Il terribile Silla disse molte cose al valoroso augure, ma il vecchio rispose: "mostrami le schiere dei soldati con cui hai circondato la curia, dammi la morte (uccidimi), ciò nonostante io non giudicherò mai Mario un nemico.

Egli (riferito a Mario) salvò la città (Roma) e tutta l'Italia. Anche se il mio sangue è vecchio e senza valore, non cederò mai alla tua forza e non mi porrò mai ingiustamente contro un uomo illustre."(by Maria)

Testo latino completo

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