Un tour della Grecia classica
Ibi cum vidisset os specus, per quod oraculo utentes sciscitatum deos descendunt... Isthmus duo maria ab occasu et ortu solis finitima artis faucibus dirimens
Dopo aver osservato o lì l'entrata della caverna, attraverso cui discendono quelli che si servono dell'oracolo per interrogare gli dei, fatto un sacrificio a Giove e a Ercinna, di cui lì c'è un tempio, scese a Calcide per lo spettacolo di Euripo e dell'Eubea, isola tanto grande, congiunta con un ponte alla terraferma.
Da Calcide passò in Aulide, distante tre miglia, porto illustre per il ritrovo un tempo della flotta di mille navi di Agamennone, e al tempio di Diana, dove quel re dei re, dopo aver portato sugli altari la figlia come vittima, rivolse la rotta verso Troia con le navi. Da lì si giunse a Oropo, in Attica, dove un antico vate è onorato come un dio e vi è un vecchio tempio, ameno per i ruscelli e le sorgenti attorno;
quindi (si recò) ad Atene, senza dubbio piena anch'essa di antica gloria, che tuttavia ha molte cose da visitare, la rocca, il porto, le mura che uniscono il Pireo alla città, i cantieri navali, i monumenti dei grandi generali, le statue degli dei e degli uomini, ragguardevoli per ogni genere di materiale e tecniche. Essendo partito dopo aver fatto in città un sacrificio a Minerva, protettrice della rocca, il giorno dopo giunse a Corinto.
A quel tempo, prima della distruzione, era una città famosa; anche la rocca e l'Istmo offrirono (un grande) spettacolo: la rocca, all'interno delle mura, che si elevava a notevole altezza, ricca di sorgenti; l'Istmo, che divideva due mari vicini a occidente e a oriente con strette foci.
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