Una morte "teatrale"

Quia Castor, Mithridatis praefectus, arcem occupaverat et quattuor Mithridatis filios ad praesidia Romana transmiserat, rex accensus ira in scelera exarsit....

Dato che Castore, prefetto di Mitridate, aveva occupato la rocca e aveva lasciato i quattro figli di Mitridate presso i presidi romani, il re acceso dall'ira divampò in scelleratezze.

Infatti uccise moltissimi allora suoi amici e Esipodra suo figlio, avendo già in precedenza trucidato con un altro parricidio Macare; Farnace l'altro figlio di costui, spaventato dall'esempio dei fratelli, conciliò a sé l'esercito inviato contro di lui e lo condusse subito contro il padre. Mitridate pregando a lungo il figlio dall'alto muro inutilmente, non appena vide la situazione inesorabile, stando ormai per morire esclamò:

"Dato che Farnace ha ordinato che io morissi, voi, se ci siete, dèi patri, vi prego che io stesso una volta o l'altra ascolti questa voce dai suoi figli". E subito discendendo verso le mogli, le pelici e le sue figlie diede a tutte il veleno. Egli stesso avendolo assunto alla fine tuttavia per i rimedi, con cui spesso aveva tamponato le sue parti vitali del corpo contro quei succhi nocivi, non essendo sfinito dal veleno e vagando invano per far scorrere più rapidamente il veleno attraverso le vene, alla fine invitò il soldato gallo, che si era precipitato nella reggia e, venuto il momento della morte, gli offrì la gola. Mitridate ebbe questa fine della vita.
(By Maria D. )

Versione tratta da Orosio

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