Una situazione difficile
Galba, cum neque opus hibernorum munitionesque plene essent perfectae neque de frumento reliquoque... vel sauciis ex pugna excedendi ac sui recipiendi facultas non dabatur.
Galba, poiché né la costruzione degli accampamenti invernali e né le opere di difesa erano state perfezionate completamente, e né si era prese sufficientemente precauzioni sul frumento e sui restanti viveri, convocato celermente il consiglio di guerra iniziò a chiedere opinioni.
In questo consiglio, dato che ormai si vedevano quasi tutte le zone più elevate gremite da una moltitudine di armati, né si poteva portare soccorso né vettovaglie, essendo state bloccate le vie di accesso, ormai quasi disperando della salvezza si affermavano alcuni pareri di tal genere, per lasciare i bagagli e di tentare, fatta una sortita per mezzo degli stessi passaggi, attraverso i quali erano giunti là, di cercare un modo per salvarsi.
Tuttavia la maggioranza prese la decisione di difendere l'accampamento. Trascorso poco tempo (dato a mala pena il tempo di organizzare le cose e di eseguire gli ordini impartiti), i nemici, dato il segnale di attacco, si lanciarono da tutte le direzioni, e lanciarono pietre e giavellotti contro la trincea. In un primo tempo i nostri, quando ancora erano nel pieno delle forze, li contrastarono con vigore: dall'alto nessuna freccia falliva il bersaglio ed essi accorrevano e portavano aiuto dove l'accampamento, sguarnito di difensori, appariva in pericolo.
Ma, prolungandosi la battaglia, apparve chiaro in che cosa erano inferiori: i nemici stanchi uscivano dalla mischia, lasciando il posto a forze fresche; i nostri, pochi com'erano, non avevano modo di darsi il cambio, anzi, non solo non veniva concesso di allontanarsi dalla battaglia a chi era stanco, ma neppure i feriti avevano la possibilità di abbandonare il proprio posto e di ritirarsi.
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