Una tournée che rischia di finire male
Vetus et nobilis Arion cantor fidibus fuit. Is loco et oppido Methymnaeus, terra atque insula Lesbius fuit. ...Ad postrema cantus cum fidibus ornatuque omni, sicut stabat canebatque, iecit sese procul in profundum.
Arione è stato un suonatore di cetra antico e nobile. Egli è stato, di luogo e città, Metimneo, e di terra dell'isola, di Lesbo.
Il re di Corinto Periandro ebbe lo stesso Arione, come amico e amato per le doti artistiche. Costui, poi, egli si divise dal re e visitò terre famose: la Sicilia e l’Italia. Quando egli giunse in quei luoghi, e allettà le orecchie e le menti di tutti, egli fu nelle occupazioni, nei piaceri e negli amori degli uomini. Allora, in seguito costui, ricco di grande denaro e di molti beni, decise di far ritorno a Corinto e scelse dei Corinzi, in quanto a lui noti e amici.
Ma quei Corinzi, bramosi di bottino e di denaro, prepararono un attentato ad Arione. Egli, quando capì la sciagura, diede loro il proprio denaro e tutte le altre sue cose, ma supplicò (di fare) ciò: voleva indossare tutti i suoi vestiti, prendere la cetra e intonare un canto, come conforto di quella sua sventura.
I marinai rozzi e incivili permisero questa cosa. Alla fine del canto con la cetra e tutto l’equipaggiamento, così come si trovava e cantava. si gettò lontano, nel mare profondo. (da Gellio)
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