Valore educativo della retorica

Longius tendit hoc iudicium meum. Neque enim tantum id dico, eum qui sit orator virum bonum esse oportere, sed ne futurum quidem oratorem nisi virum bonum....

Questo mio giudizio tende più lontano. Infatti non dico soltanto ciò, cioè che occorre che colui che dovrebbe essere un oratore sia un uomo onesto, ma che non sarebbe neppure un oratore se non fosse un uomo onesto.

Infatti certamente non avresti concesso l'intelligenza a coloro che preferirebbero seguire relativamente al percorso posto davanti delle cose oneste e turpi il peggiore, e né la prudenza, essendosi impigliati frequentemente in situazioni molto gravi delle leggi, sempre in verità non avresti concesso le pene di una cattiva coscienza da parte di questi stessi a causa dell'esito improvviso degli eventi.

Perciò se è definito non solo dai sapienti che non c'è nessun cattivo, eccetto che lo stesso stolto, ma anche dal volgo è sempre stato creduto, sicuramente uno stolto non diventerà mai un oratore. Aggiungi il fatto che la mente non può essere sgombra neppure dallo studio di una bellissima opera se non sia libera da ogni vizio: prima di tutto per il fatto che nello stesso petto non c'è alcun consorzio di cose oneste e turpi, e il meditare cose ottime insieme con le cose infime non è proprio di un sol animo più che l'essere buono e disonesto di uno stesso uomo: allora conformemente a tale motivazione, c'è il fatto che occorrerebbe che la mente intenta ad una cosa tanto grande sia libera da tutte le altre cose, anche manchevoli di colpa, di preoccupazioni.

Così appunto infatti la ragione libera e intera, non trattenendo alcuna cosa e conducendo altrove, osserverà soltanto ciò verso cui si accinge.
(By Maria D. )

Versione tratta da Quintiliano

ULTERIORE PROPOSTA DI TRADUZIONE

Il mio giudizio va più lontano. Infatti non dico soltanto che l'oratore debba essere onesto, ma altresì che neppure sarà oratore chi non sia onesto.

Perché certamente non concederai che siano dotati di intelligenza quelli che, dopo che è stata loro tracciata ed indicata la via del bene e del male, preferiranno percorrere la peggiore delle due, o di prudenza, poiché, non avendo preveduto i risultati delle loro malefatte, si espongono da sé sovente alle gravissime pene delle leggi, sempre a quelle del rimorso.

Ché, se non solo è affermazione dei filosofi, ma anche convinzione popolare non esserci malvagità senza stoltezza, certamente uno stolto non diventerà mai oratore. Si aggiunga il fatto che nemmeno la mente può dedicarsi appassionatamente alla più nobile attività, se non è esente da tutti i vizi: in primo luogo perché in un medesimo animo non può esserci mescolanza di bene e di male, e una stessa mente non può avere contemporaneamente pensieri buoni e cattivi, proprio come non può uno stesso uomo essere contemporaneamente buono e cattivo: in secondo luogo perché lo spirito, rivolto a sì grande ideale, dev'essere sgombro da ogni altro pensiero, anche da quelli innocenti.

A questa condizione soltanto, completamente libero, senza distrazioni e pregiudizi, avrà innanzi a sé soltanto ciò cui si accinge.
(By Stuurm)

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