Vittoria di Conone

Postquam rex Tissaphernem hostem iudicavit et Lacedaemonios bello persequi iussit, Cononi permisit quem vellet eligere ad dispensandam pecuniam....

Dopo che il re ritenne come nemico Tissaferne e ordinò agli Spartani di perseguitarlo con la guerra, permise a Conone di scegliere chi volesse per distribuire il denaro.

Conone disse che quest'arbitrio non era proprio di suo consiglio, ma dello stesso che doveva conoscere ottimamente i suoi e convinse il re a concedere l'incarico a Farnabazo. Remunerato con grandi doni, da lì fu inviato per mare, a comandare le lunghe flotte a Chipri e della Fenicia e di tutte le altre città marittime e di allestire una flotta, dato come aiutante Farnabazo, come egli stesso aveva voluto.

Non appena ciò fu annunciato agli Spartani, amministrarono la faccenda non senza preoccupazione, perché credevano che la guerra sarebbe stata imminente. Infatti vedevano che sarebbe stato messo a capo del potere del re un forte e prudente condottiero e che avrebbe combattuto con loro, che non avrebbero potuto superare né con una strategia né con le milizie. Con questo pensiero allestirono una grande flotta e, sotto il condottiero Lisandro, partirono. Conone, attaccando presso Chidno, li mise in fuga con una grande battaglia.

Grazie a tale vittoria non solo Atene, ma anche tutta quanta la Grecia, che era stata sotto il potere degli spartani, fu liberata. Conone giunse ad Atene: ebbe cura di ricostruire le mura distrutte da Lisandro, donò ai suoi cittadini cinquanta talenti, che aveva ricevuto da Farnabazo.
(By Maria D. )

Versione tratta da Cornelio Nepote

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