Eumene a Roma (Versione latino Livio)
Eumene a Roma
Autore: Livio
Corso di lingua latina per il biennio (Dalla grammatica alla traduzione - Unita 1-13)
Inizio: Aliqui scribunt Attalum, regis Eumenis fratrem, legatum venisse Romam ad deferenda de Perseo crimina indicandos apparatus belli.
Fine: Haec secum Eumenes voluntans in animo, oppressus fato, regnum ei reliquit, quem infestissimum esse senserat Romanis.
Alcuni scrivono che l'ambasciatore Attalo, fratello del re Eumene, fosse andato a Roma per portare atti di accusa su Perseo e per indicare materiale di guerra. Moltissimi tuttavia dicono che lo stesso Eumene fosse andato.
Eumene quindi, non appena giunse a Roma, venne accolto con grande onore e dal pretore venne introdotto nel senato. Disse che la causa del venire a Roma fosse lui stesso, oltre al desiderio di vedere gli dei e gli oumini per il beneficio dei quali era in tanta buona sorte, alla volontà di ammonire il senato per opporsi alle imprese di Parseo. Raccontò delle riunioni di Filippo e riguardo l'uccisione del figlio Demetro, che si oppose alla guerra Romana; riferì sul popolo dei Bastarni fatto uscire dalle loro sedi, sui cui aiuti Perseo confidava per venire in Italia.
Eumene meditando in cuor proprio queste cose, sopraffatto dalla cattiva sorte, lasciò il regno a quello, il quale aveva percepito di essere molto pericoloso per i Romani.
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