Il tribuno Decio esorta i suoi soldati a tentar una sortita nottura per liberarsi dell'accerchiamento dei Sanniti

Il tribuno P. Decio esorta i suoi soldati a tentare una sortita notturna per liberarsi dell'accerchiamento dei Sanniti
Autore: Livio
Domus1 n. 30 pag. 514

Ubi milites, sicut edictum erat, taciti convenerunt: "Hoc silentium, milites, inquit, omisso militari adsensu in me audiendo servandum est. Ubi sententiam meam vobis peregero, ii, quibus eadem placebunt, in dextram partem taciti transibunt.

Stabimus consilio eius partis, quae maior erit. Nunc quae mente agitem audite. Non fuga delatos nec inertia relictos hic vos circumvenit hostis: virtute cepistis locum, virtute hinc vobis evadendum erit. Veniendo huc exercitum egregium populo Romano servastis: erumpendo hinc vosmet ipsos servate; heri pauci pluribus opem tulistis, nunc ipsi nullius auxilio egetis. Cum eo hoste res est, qui hesterno die delendi omnis exercitus fortuna per socordiam usus non sit, hunc collem, imminentem capiti suo, non ante viderit quam captum a nobis. Hostis, quem vigilantem sic elusistis, sopitus nunc eludendus est. Neque enim, maneatis an abeatis hinc, deliberandum est, cum praeter arma nihil vobis fortuna reliquerit; fame et siti nobis moriendum erit, si plus quam viros ac Romanos decet ferrum timemus. Ergo una est salus erumpere hinc atque abire.

Si consilium meum probatis, in dextram partem transite". Omnes transierunt et Decium secuti sunt.
Quando i soldati, come era stato (loro) ordinato, si furono riunitii in silenzio, disse: “Questo silenzio, soldati, deve essere mantenuto nell’ascoltarmi, lasciando perdere manifestazioni di consenso militari. Quando avrò espresso a voi il mio parere, quelli, ai quali lo stesso sarà gradito, passeranno in silenzio alla mia destra. Ci atterremo alla decisione della parte che sarà più numerosa. Ora ascoltate le cose che ho inmente. Il nemico ha serrati qui voi, non come spinti dalla fuga o rimasti indietro per incapacità: con il coraggio prendeste (quel) luogo, con (uguale) coraggio voi dovrete uscirne. Voi avete salvato, venendo in questo luogo, un egregio esercito per il popolo Romano: facendovi strada fuori da qui salvate voi stessi; ieri in pochi avete portato soccorso a parecchi, ora voi stessi non avete bisogno dell’aiuto di nessuno.

Con quel nemico il fatto è che ieri per stoltezza non si è servito dell’occasione di distruggere tutto l’esercito, che non avrà visto questo colle, sovrastante il suo capo, prima che sia stato preso da noi. Un nemico, che voi così eludeste mentre era sveglio, ora che è addormentato deve essere schernito. E, infatti, non si deve decidere se rimanete o vi allontanate da questo luogo, poiché la sorte non vi ha lasciato nulla fuorchè le armi; noi dovremo morire di fame e sete se più di quanto si convenga a degli uomini, e Romani per giunta, temiamo le spade. Dunque l’unica salvezza è irrompere andarsene da qui. Se approvate la mia decisione, passate alla mia destra. ” Tutti passarono e seguirono Decio.

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