La graduatoria dei condottieri secondo Annibale (Versione Latino Livio)

La graduatoria dei condottieri secondo Annibale
Autore: Livio

Quaerenti Africano quem fuisse maximum imperatorem Hannibal crederet, respondisse Alexandrum Macedonum regem, quod parua manu innumerabiles exercitus fudisset quod ultimas oras, quas uisere supra spem humanam esset, peragrasset.

quaerenti deinde quem secundum poneret, Pyrrhum dixisse: castra metari primum docuisse, ad hoc neminem elegantius loca cepisse, praesidia disposuisse; artem etiam conciliandi sibi homines eam habuisse ut Italicae gentes regis externi quam populi Romani, tam diu principis in ea terra, imperium esse mallent. exsequenti quem tertium duceret, haud dubie semet ipsum dixisse. tum risum obortum Scipioni et subiecisse 'quidnam tu diceres, si me uicisses?' 'tum uero me' inquit 'et ante Alexandrum et ante Pyrrhum et ante alios omnes imperatores esse. ' et perplexum Punico astu responsum et improuisum adsentationis genus Scipionem mouisse, quod e grege se imperatorum uelut inaestimabilem secrevisse.


All’Africano che domandava chi Annibale credesse fosse stato il più grande condottiero, (lo stesso Annibale) rispose “il re dei Macedoni Alessandro”, il perche' con un piccolo pugno di uomini aveva messo in fuga innumerevoli eserciti e aveva percorso remotissime regioni, vedere le quali era al di là dell’umana speranza. E poiché gli chiese chi ponesse come secondo, disse “Pirro”: (affermò che) aveva mostrato per primo (in che modo) disporre l’accampamento, che a questo proposito nessuno occupò posizioni, dispose presidi con maggiore accorgimento; aveva anche una tale abilità di accattivarsi il favore degli uomini che le genti italiche preferivano essere dominio di un re straniero che del popolo romano, da tanto tempo dominatore in quella terra.

A Scipione che gli chiedeva chi considerasse terzo, disse senza dubbio sé stesso. Allora Scipione sorrise e aggiunse: «Che cosa mai tu avresti detto, se mi avessi vinto?» «Allora certamente – rispose – avrei posto me prima di Alessandro, prima di Pirro, prima di qualunque altro condottiero». Sia la risposta ambigua con astuzia cartaginese che l’improvvisa forma di adulazione sconcertarono Scipione, poiché lo aveva segregato dalla schiera dei condottieri come se incomparabile.

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