L'arresto di Manlio (Versione latino Livio)

pag. 42 del libro Maiorum Lingua - Materiali di lavoro C:

Dictator Manlium in vincla duci iussit. Arreptus a viatore -Iuppiter- inquit -optime maxime Iunoque regina ac Minerva ceterique di deaque,...

Il dittatore ordinò che Manlio fosse trascinato in carcere. Preso da un funzionario: “Giove-disse-ottimo massimo e regina giunone e minerva e tutti gli altri dei e dee, che abitate la rocca del campidoglio, lasciate così che il vostro soldato e protettore sia perseguitato dai nemici?

Questa mano destra, con la quale ho scacciato i Galli dai vostri templi, sarà ora in vincoli e catene?” Negli occhi e nelle orecchie di alcuno mostrava lo sdegno; ma la città era rispettosissima della legittima autorità e non osava alzare gli occhi verso il dittatore o i tribuni della plebe o (verso) lo stesso popolo e non (osava) aprir bocca.

Dopo che Manlio fu gettato in carcere, è accertato che una gran parte della plebe si sia vestita a lutto, che molti uomini abbiano lasciato crescere i capelli e la barba e che una triste folla si sia aggirata intorno all’entrata della carcere.

La rinuncia alla dittatura liberò la parola e gli animi degli uomini; infine proprio di notte la folla abbandonava la propria dimora e i sostenitori di Manlio minacciavano di stare per sfondare la carcere quando Manlio per decisione del senato fu liberato dalla prigione.

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