Onestà e disinteresse di Curio Dentato (Versione Latino Livio)

Marcus Curius Dentatus primo de Samnitibus triumphauit, quos usque ad mare superum perpacauit....

Manio Curio Dentato superò l'accesso dei Sanniti, che sottomise interamente fino alle rive del mare Superiore.

Di ritorno a Roma, dice nell'assemblea: "Ho preso tanto il paese che sarebbe una solitudine, se non avevo preso altrettanti uomini; ed io ho preso tanti uomini, che morirebbero di fame, se non avessi preso altrettanto territorio. " In secondo luogo, superò i Sabini; poi ottenne l'ovazione per la sua vittoria sui Lucani; fu con l'ovazione che introdusse in Roma. Cacciò dell'Italia Pirro, re di Épiro; distribuì quaranta arpe ad ogni cittadino di terre, e non riservò oltre si, perché, diceva, nessuno doveva aver niente da richiedere al di là. Un giorno, gli ambasciatori sanniti gli offrirono dell'oro, mentre, delle sue proprie mani, faceva cuocere delle rape al suo focolare:

"Amo meglio, dice loro egli, mangiare queste radici nei miei piatti di terra, e comandare a quelli che hanno dell'oro. " Imputato di avere deviato dal denaro al suo profitto, mostra a tutti gli occhi un vaso di bosco di cui si serviva di solito nei sacrifici, e giura che, di tutto il bottino nemico, non ha portato niente di più nella sua casa. Con le spoglie del vinto, fece costruire un acquedotto che condusse a Roma le acque dell'Aniene.

Eletto tribuno del popolo, obbligò i senatori a ratificare in anticipo l'elezione dei magistrati plebei chiamati nei comizi. In ricompensa dei suoi servizi, la repubblica gli diede un terreno a mezzadria vicino al monte Tifo, e cinque centesimi arpe di terra.

Ulteriore proposta di versione e di traduzione

Manius Curius Dentatus primo de Samnitibus triumphavit, quos usque ad mare superum perpacavit....

Manio Curio Dentato prima di tutto trionfò sui Sanniti, che pacificò fino all'Adriatico. I legati dei Sanniti offrendogli dell'oro, mentre egli stesso bruciava delle rape sul fuoco, disse:

"Preferisco che ci siano queste cose nei miei piatti d'argilla che comandare su quelli che hanno l'oro". Essendo accusato di denaro corrotto, portò al centro un'ampollina di legno, che era solito utilizzare per i sacrifici, e giurò che non aveva mutato nella propria casa niente di più dal bottino nemico.

Condusse dalle mani dei nemici in città l'acqua dell'Aniene. In qualità di tribuno della plebe costrinse i padri a divenire fautori relativamente ai comizi, grazie ai quali venivano eletti i magistrati della plebe.

Per tali meriti gli furono attribuiti pubblicamente una casa presso tifata e cinquecento iugeri di campo.
(By Maria D.)

Versione tratta da Aurelio Vittore

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