Scipione parla ai soldati (Versione Latino Livio)

Scipione parla ai soldati
Autore: Livio

Romani milites, non eo solum animo, quo adversus alios hostes soletis, pugnare velim, sed cum indignatione quadam atque ira, velut si servos videatis vestros arma repente contra vos ferentes.

Atque utinam pro decore tantum hoc vobis et non pro salute esset certamen! Non de possessione Siciliae ac Sardiniae, de quibus quindam agebatur, sed pro Italia vobis est pugnandum! Nec est alius a tergo exercitus qui, nisi nos vincimus, hosti obsistat. Hic est obstandum, milites, velut si ante Romana moenia pugnemus. Unusquisque se non corpus suum, sed coniugem ac liberos parvos armis protegere putet, nec domesticas solum agitet curas, sed identidem animo reputet, nostras nunc intueri manus Senatum populumque Romanum; qualis nostra vis virtusque fuerit, talem deinde fortunam illius urbis ac romani imperii fore.
Soldati romani, vorrei che voi combatteste non solo con quell'animo, che usate (di solito)

avere nei confronti degli altri nemici, ma con una certa indignazione ed ira, come se voi vedeste i vostri (stessi) servi impugnare le armi contro di voi all'improvviso. E volesse il cielo che questa sia una battaglia solo per il vostro decoro e non per la vostra salvezza! Non dovete combattere per il possesso della Sicilia e della Sardegna, delle quali (regioni) una volta ci si occupava, ma per l'italia! Né esiste (vi è) un altro esercito alle nostre spalle che, se noi non vincessimo, si opporrebbe al nemico.

Qui si deve fare o soldati, come se combattessimo davanti alle mura romane. Ognuno ritenga di proteggere con le armi non (solo) il proprio corpo, ma (anche) la propria moglie e i figli piccoli, né ritenga (di proteggere non) solo la salvaguardia della patria, ma allo stesso mdo rifletta che il senato e il popolo romano guardano alle nostre imprese; quanto sarà la nostra forza e il nostro valore, tale sarà quindi il destino di tale città e della potenza romana.