Un alleato fedele - Versione di latino di LIVIO

Un alleato fedele
Autore: Livio

Pedestribus navalibusque copiis, ut nemo vestrorum sociorum me aequiparare posset, imperatores vestros adiuvi; commeatus terra marique suppeditavi; navalibus proeliis, quae multis locis facta sunt, omnibus adfui; nec labori meo nec ulli periculo usquam peperci.

Quod miserrimum est in bello, obsidionem passus sum, Pergami inclusus com discrimine ultimo simul vitae regnique. Liberatus deinde obsidione, cu malia parte Antiochus, alia Seleucus, circa aciem regni mei castra haberent, relictis rebus meis, tota classe ad Hellespontum Lucio Scipioni consuli vestro occorri ut eum in traiciendo exercitu adiuvare.
Postquam in Asiam exercitus vester est transgressus, numquam a consule abscessi: nemo miles Romanus magis adsiduud in castris vestris fuit quam ego fratresque mei; nulla expeditio, nullum equestre proelium sine me factum est. Ego nulli omnium, neque populorum, neque regum, quos in magno honore habetis, non ausim me comparare. Attamen quis hoc bello meritis erga vos mecum comparari potest? Quid ergo postulas?, dicat aliquis. Ego, patres conscripti, si vos ultra Tauri iuga emovistis Antiochum ea mente ut ipsi teneretis eas terras, nullos finitimos habere quam vos malo. Sed, si vobis decedere inde atque exercitum deducere in animo est, neminem digniorem esse qui eas terras possideat quam me dicere ausim.



Ho aiutato i vostri generali con eserciti di mare e di terra in misura tale che nessuno dei vostri alleati potè mettersi al mio pari; li ho aiutati con rifornimenti via terra e via mare, sono sempre stato presente alle battaglie navali anche se queste si sono combattute m molti luoghi diversi e non ho mai risparmiato personali fatiche e rischi. E la cosa più terribile che può accadere durante un conflitto, l'assedio, io l'ho sopportato, rinchiuso entro Pergamo, in una situazione di pericolo estremo per la mia vita e il mio regno. Una volta liberato dall'assedio, anche se Antioco da una parte e Seleuco da un'altra avevano i loro accampamenti attorno alla roccaforte del mio regno, lasciai perdere ogni mio interesse per recarmi con tutta la flotta in Ellesponto, dal console Lucio Scipione e per aiutarlo a traghettare i suoi soldati.
Dopo che il vostro esercito passò in Asia, mai mi sono allontanato dal console: nei vostri accampamenti, non vi fu alcun soldato romano più assiduo di me e dei miei fratelli: nessuna spedizione, nessuna battaglia equestre si svolse senza la mia presenza.

Io non temere] il confronto con nessuno dei popoli e nessuno dei re che voi tenete in grande onore. E dunque, chi in questa guerra potrebbe essere comparato con me, sui meriti nei vostri confronti? Che cosa chiedi) Potrebbe dire qualcuno. Io, o Senatori, se avete ributtato Antioco oltre le giogaie del Tauro con il progetto di presidiare voi stessi quelle terre, nessun altro confinante preferisco avere che voi.
Tuttavia, nel caso abbiate in mente di andar via e di portar via l'esercito, oserei dire che nessuno sarebbe più degno di me di occupare tali territori.

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