Un decemviro indegno (versione Littera Litterae)
Un decemviro indegno
Autore: Livio
Littera ae 1b n. 2 pag. 91
Il popolo romando, non potendo tollerare i magistrati sediziosi, credò i decemviri, i quali decisero che dovessero essere esposte le leggi su 12 tavole.
Ma 1 di loro, Appio Claudio, si invaghì di Virginia, figlia del centurione Virgilio, che militava sul monte Algido. Egli corruppe un suo cliente affinche richiedesse quella in schiavitù: egli stesso essendo sia accusatore sia giudice, era destinato a vincere facilmente.
Il padre Virginio, avendo saputo la cosa ed essendo sopraggiunto nel giorno del giudizio e vedendo la figlia ormai aggiudicata come schiava, ottenne un ultimo colloquio con lei, quindi la condusse in disparte e la uccise e, portando il suo corpo sulle spalle, fuggì verso l'esercito, infiammando i soldati cosicche vendicassero il misfatto.
Questi crearono 10 tribuni, occuparono l'Aventino, costrinsero i decemviri ad abdicare e punirono tutti loro o con la morte o con l'esilio. Appio Claudio fu ucciso in carcere.
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