Un re pazzo (Versione latino Livio)

Un re pazzo
Autore: Livio

Antiochus ita inconsultus fuit in tota morum ratione ut insanus vociferarentur. Saepe enim, egressus e regia, uno aut altero comite, per urbem rosis coronatus incedebat, interim lapidibus, quos sub ala gerebat, incessens obvios.

Interdum in vulgus nummos spargebat vociferans: «Sumat, cui fortună dederit». Alias vero per aurificum caelatorumque et aliorum fabrorum officinas discurrebat de cuiusque arte ambitiose dissĕrens: nunc cum obvio quoque plebeiorum sermones miscebat in publico, nunc circum popinas oberrans, cum peregrinis et advenis compotationi indulgebat. Si quos forte iuvenes tempestivum celebrare convivium senserat, ipse statim cum poculo et symphonia improvisus aderat comissabundus, ita ut, rei novitate perculsi, plerique se in fugam darent. In publicis quoque balneis cum turba eum lavari solitum fuisse constat. Ibi, cum uteretur unguentis pretiosissimis et quidam de plebe ei dixisset: «Beatus es, o rex : unguenta maximi pretii oles», ille statim in eius caput ingentem nobilissimi unguenti urnam effundere iussit, ut et ipse beatus esset.


Antioco così fu tanto sconsiderato, nell’intero aspetto dei comportamenti, che si vociferava fosse pazzo. Spesso, infatti, uscito dalla reggia, con l’uno o l’altro compagno, camminava per la città con il capo circondato di rose, assalendo di tanto in tanto i passanti con delle pietre, che portava sottobraccio. Talvolta, buttava monete al popolo, gridando: "Le prenda quello al quale la sorte le abbia date". In un'altra occasione, per di più, correva qua e là per i negozi degli orefici, cesellatori e di altri artigiani, parlando con ostentazione dell’arte di ciascuno: ora sosteneva, in pubblico, conversazioni con qualsiasi viandante tra i popolani, ora, vagondo intorno alle osterie, si abbandonava alle bevute con stranierii e forestieri.

Se, per caso, udiva che giovani tenevano un banchetto prolungato, egli stesso, subito si presentava non atteso gozzovigliante con una coppa ed un’orchestra, così che la maggior parte, attonita dalla particolarità della cosa, si dava alla fuga. È noto che usasse lavarsi con la massa, anche nei bagni pubblici. In quel luogo, lui usando oli molto pregiati, e avendogli qualcuno della folla detto: "Beato te, mio re: profumi di oli di grandissimo valore", quello subito fece versare sulla sua testa un grande vaso del pregiatissimo olio, affinché anche lui fosse beato

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