Maturità 2025 - Versione dal De Amicitia 26 - 27 di Cicerone
Il passo si trova nella parte centrale dell'opera, dove Cicerone, attraverso Lelio, espone le radici naturali dell'amicizia, opponendosi all'idea che essa nasca solo per bisogno (indigentia), come sostenevano alcuni epicurei o utilitaristi.
Opera: Laelius de amicitia capitoli: 26 e 27 - Autore: Marco Tullio Cicerone - Data: Composto probabilmente nel 44 a. C.
Amor enim, ex quo amicitia nominata est, princeps est ad benevolentiam coniungendam. Nam utilitates quidem etiam ab eis percipiuntur saepe, qui simulatione amicitiae coluntur et observantur temporis causa.
In amicitia autem nihil fictum est, nihil simulatum et, quidquid est, id est verum et voluntarium. Quapropter a natura mihi videtur potius quam ab indigentia orta amicitia, applicatione magis animi cum quodam sensu amandi, quam cogitatione quantum illa res utilitatis esset habitura.
Quod quidem quale sit, etiam in bestiis quibusdam animadverti potest, quae ex se natos ita amant ad quoddam tempus et ab iis ita amantur, ut facile earum sensus appareat. Quod in homine multo est evidentius, primum ex ea caritate, quae est inter natos et parentes, quae dirimi nisi detestabili scelere non potest, deinde, cum similis sensus extitit amoris, si aliquem nacti sumus, cuius cum moribus et natura congruamus, quod in eo quasi lumen aliquod probitatis et virtutis perspicere videamur.
Nihil est enim virtute amabilius, nihil quod magis adliciat ad diligendum, quippe cum propter virtutem et probitatem etiam eos, quos numquam vidimus, quodam modo diligamus.
TRADUZIONE
L'amore infatti, da cui ha preso nome l'amicizia, è il principio fondamentale per unire la benevolenza. Infatti pure i vantaggi sono percepiti spesso anche da coloro, che vengono trattati secondo una finzione di amicizia e considerati in base all'opportunità del momento. Nell'amicizia invece non c'è nulla di finto, nulla di simulato e, qualsiasi cosa c'è, questa è autentica e spontanea. Per questo motivo mi sembra che l'amicizia sia sorta dalla natura piuttosto che dal bisogno, da una disposizione dell'animo con un certo sentimento d'amare, che dal calcolo di quanto quella cosa fosse destinata ad avere dell'utilità. Ciò in verità quale sia, si può notare anche in alcune bestie, che amano i figli nati da loro stessi così per un certo periodo e da questi sono amati così, che il sentimento tra questi risulti chiaramente. Ciò nell'uomo è molto più evidente, prima di tutto per quell'affetto, che esiste tra i figli e i genitori, che non può essere spezzato se non da una scelleratezza detestabile, poi, nel momento in cui emerge un simile sentimento d'amore, se incontriamo qualcuno, con i cui costumi e la cui natura siamo uniti, poiché ci sembra di scorgere in lui per così dire un certo barlume di onestà e di virtù. Non esiste infatti nulla di più amabile della virtù, nulla che più attiri ad amare, in effetti poiché amiamo in un certo qual modo per la virtù e l'onestà anche coloro, che non abbiamo mai visto.
(By Maria D. )
CONSIDERAZIONI SUL BRANO
Nel passo in esame, tratto dal Laelius de amicitia 26–27, Cicerone — attraverso la figura paradigmatica di Lelio, erede del mos maiorum — si confronta con la concezione utilitaristica dell'amicizia, avversata con strumenti filosofici e retorici di notevole raffinatezza.
L'argomento centrale è che l'amicizia non nasce da un calcolo d'interesse (indigentia), ma da un moto spontaneo della natura umana, legato a una disposizione affettiva (applicatio animi) che si manifesta in una benevolenza gratuita e sincera.
L'interiorità del sentimento amicale è connotata da veritas e voluntas, in netta opposizione alla simulatio, cifra della falsa amicizia basata sull'utile.
L'analogia con il mondo animale, dove l'amore tra madre e prole si manifesta spontaneamente, funge da exemplum naturale di un'attrazione disinteressata che negli uomini si sublima nella virtù.
A livello stilistico, l'antitesi tra utilitas e veritas si configura come uno degli assi portanti del ragionamento, rafforzata da un'anafora negativa (nihil fictum est, nihil simulatum) che accentua l'integrità morale del vincolo autentico. Il lessico si struttura intorno a una precisa isotopia semantica:
caritas, probatis, virtus, benevolentiam, diligamus delineano un campo valoriale che associa l'amicizia alla sfera etica e, indirettamente, alla filosofia stoica e medio-platonica cui Cicerone attinge ecletticamente.
Significativa, sul piano figurativo, è la metafora della luce (lumen) della virtù intravista nell'amico: essa richiama alla mente la dottrina platonica della contemplazione del Bene attraverso l'amore.
Sul piano della ricezione, l'amicizia, nella letteratura di ogni tempo, si configura come legame profondo che trascende la mera convenienza.
Si pensi al rapporto tra Orestes e Pilade nell'Elettra di Euripide, o, in epoca moderna, a quello tra Don Chisciotte e Sancho Panza, emblematico della complementarità fra ideali e realtà. Personalmente, ritengo che l'amicizia autentica, fondata sulla condivisione etica e spirituale, rappresenti una delle forme più alte di relazionalità umana:
non strumentale, ma illuminante, come il lumen virtutis che Cicerone ravvisa nell'amico vero.
Questo passo è ancora oggi molto attuale: difende un'idea non utilitaristica dei rapporti umani, fondata sulla verità dei sentimenti, sull'affinità morale e sulla spontaneità. È una risposta alla strumentalizzazione dell'amicizia, al calcolo, alla convenienza.
CONTENUTO FILOSOFICO
Amor → Amicitia:
La parola amicitia deriva da amor: questo suggerisce che la radice dell’amicizia sia affettiva, non utilitaristica.
“Amor enim, ex quo amicitia nominata est...”
Benevolentia come fondamento:
L'amicizia autentica nasce da benevolentia, una disposizione spontanea dell'animo verso l'altro.
Questo è l'opposto della simulatio e dell'amicizia apparente, fondata sull'utile.
Critica dell'utile come fondamento dell'amicizia:
L'utile può produrre legami, ma spesso si tratta di rapporti falsi (coluntur et observantur temporis causa).
L'amicizia vera, invece, è sincera e disinteressata.
Origine naturale dell'amicizia:
L'amicizia è un impulso naturale (a natura...orta), un'applicatio animi (una "tensione" o inclinazione affettiva spontanea), non una riflessione calcolata su vantaggi futuri.
Riflesso dell'amicizia in natura:
Anche gli animali mostrano affetto per i propri cuccioli: questo sentimento naturale è più evidente negli esseri umani, in cui si manifesta nella relazione genitori-figli e tra affini per indole e virtù.
Virtù come attrattiva fondamentale:
L'amore umano nasce in modo più profondo se vediamo virtù e probità nell'altro.
La virtù è ciò che rende l'altro "degno" di essere amato (nihil est virtute amabilius).
ANALISI LINGUISTICA E RETORICA
Etimologia e parola-gioco:
Amor... amicitia nominata est → figura etimologica, serve a costruire un nesso essenziale tra amore e amicizia, enfatizzandone la comunanza originaria.
Polisindeti e anafore:
nihil fictum est, nihil simulatum → ripetizione enfatica della negazione, serve a contrapporre con forza l'amicizia vera a quella finta.
quod... etiam... quae... quae... quod → anafore per creare ritmo e costruire un climax riflessivo.
Lessico tecnico-filosofico:
utilitas, simulatio, voluntarium, probitas, virtus → sono termini chiave del pensiero etico romano.
applicatione animi cum quodam sensu amandi → quasi un'anticipazione del concetto moderno di "affinità elettive".
Costruzioni sintattiche notevoli:
Periodi lunghi e articolati, ma ben bilanciati, spesso con strutture paratattiche e coordinate in equilibrio.
Il costrutto si aliquem nacti sumus, cuius cum moribus et natura congruamus è un esempio di periodo ipotetico della realtà, con un sottotesto fortemente filosofico-esistenziale.
RIFERIMENTI CULTURALI E DOTTRINALI
Stoicismo e Aristotelismo:
L'idea che l'amicizia nasca da virtù e affinità morali è aristotelica (vedi Etica Nicomachea, libri VIII e IX).
Il disprezzo per l'utile in favore della probitas è di impronta stoica, ben accolta da Cicerone.
Critica all’Epicureismo:
Epicuro considerava l'amicizia come un bene utile alla tranquillità: Cicerone, invece, insiste sulla gratuità e spontaneità dell'amicizia vera.
Umanesimo latino:
Il passo anticipa molte riflessioni che saranno riprese nel Rinascimento, da Petrarca a Erasmo, passando per Montaigne.
(by A.M. Di Leo)
ANALISI GRAMMATICALE
Verbi
nominata est indicativo perfetto passivo terza persona singolare (nomino) Paradigma: nomino, nominas, nominavi, nominatum, nomināre - verbo transitivo I coniugazione
est indicativo presente terza persona singolare (sum) Paradigma: sum, es, fui, esse - verbo irregolare
percipiuntur indicativo presente passivo terza persona plurale (percipio) Paradigma: percipio, percipis, percepi, perceptum, percipere - verbo transitivo III coniugazione
coluntur indicativo presente passivo terza persona plurale (colo) Paradigma: colo, colis, colui, cultum, colere - verbo transitivo III coniugazione
observantur indicativo presente passivo terza persona plurale (observo) Paradigma: observo, observas, observavi, observatum, observāre - verbo transitivo I coniugazione
videtur indicativo presente passivo terza persona singolare (video) Paradigma: video, vides, vidi, visum, vidēre - verbo transitivo II coniugazione
orta participio perfetto femminile singolare (orior) Paradigma: orior, oreris, ortus sum, oriri - verbo deponente IV coniugazione
esset habitura congiuntivo piuccheperfetto attivo terza persona singolare (habeo) Paradigma: habeo, habes, habui, habitum, habēre - verbo transitivo II coniugazione
animadverti potest indicativo presente passivo terza persona singolare (animadverto) Paradigma: animadverto, animadvertis, animadverti, animadversum, animadvertere - verbo transitivo III coniugazione
amant indicativo presente terza persona plurale (amo) Paradigma: amo, amas, amavi, amatum, amāre - verbo transitivo I coniugazione
amantur indicativo presente passivo terza persona plurale (amo) Paradigma: amo, amas, amavi, amatum, amāre - verbo transitivo I coniugazione
appareat congiuntivo presente terza persona singolare (appareo) Paradigma: appareo, appares, apparui, apparitum, apparēre - verbo intransitivo II coniugazione
est indicativo presente terza persona singolare (sum) Paradigma: sum, es, fui, esse - verbo irregolare
dirimi infinito presente passivo (dirimo) Paradigma: dirimo, dirimis, diremi, diremptum, dirimere - verbo transitivo III coniugazione
potest indicativo presente terza persona singolare (possum) Paradigma: possum, potes, potui, posse - verbo irregolare
extitit indicativo perfetto terza persona singolare (exsisto) Paradigma: exsisto, exsistis, exstiti, exstitum, exsistěre - verbo intransitivo III coniugazione
nacti sumus indicativo perfetto terza persona plurale (nanciscor) Paradigma: nanciscor, nanciscěris, nactus sum, nancisci - verbo deponente III coniugazione
congruamus congiuntivo presente prima persona plurale (congruo) Paradigma: congruo, congruis, congrui, congruum, congruere - verbo intransitivo III coniugazione
perspicere infinito presente (perspicio) Paradigma: perspicio, perspicis, perspexi, perspectum, perspicere - verbo transitivo III coniugazione
videamur congiuntivo presente passivo prima persona plurale (video) Paradigma: video, vides, vidi, visum, vidēre - verbo transitivo II coniugazione
est indicativo presente terza persona singolare (sum) Paradigma: sum, es, fui, esse - verbo irregolare
adliciat congiuntivo presente terza persona singolare (adlīcio) Paradigma: adlīcio, adlīcis, adlēci, adlectum, adlīcere - verbo transitivo III coniugazione
diligendum gerundivo accusativo neutro singolare (diligo) Paradigma: diligo, diligis, dilexi, dilectum, diligere - verbo transitivo III coniugazione
vidimus indicativo perfetto prima persona plurale (video) Paradigma: video, vides, vidi, visum, vidēre - verbo transitivo II coniugazione
diligamus congiuntivo presente prima persona plurale (diligo) Paradigma: diligo, diligis, dilexi, dilectum, diligere - verbo transitivo III coniugazione
Sostantivi
Amor nominativo maschile singolare (amor, amoris)
amicitia nominativo femminile singolare (amicitia, amicitiae)
princeps nominativo maschile singolare (princeps, principis)
benevolentiam accusativo femminile singolare (benevolentia, benevolentiae)
utilitates accusativo femminile plurale (utilitas, utilitatis)
simulatione ablativo femminile singolare (simulatio, simulationis)
amicitiae genitivo femminile singolare (amicitia, amicitiae)
temporis genitivo neutro singolare (tempus, temporis)
causa ablativo femminile singolare (causa, causae)
amicitia ablativo femminile singolare (amicitia, amicitiae)
nihil nominativo neutro singolare (nihil, nulla declinazione)
quidquid nominativo neutro singolare (quidquid, nulla declinazione)
natura ablativo femminile singolare (natura, naturae)
indigentia ablativo femminile singolare (indigentia, indigentiae)
amicitia nominativo femminile singolare (amicitia, amicitiae)
applicatione ablativo femminile singolare (applicatio, applicationis)
animi genitivo maschile singolare (animus, animi)
sensu ablativo maschile singolare (sensus, sensus)
cogitatione ablativo femminile singolare (cogitatio, cogitationis)
res nominativo femminile singolare (res, rei)
utilitatis genitivo femminile singolare (utilitas, utilitatis)
bestiis ablativo femminile plurale (bestia, bestiae)
tempus accusativo neutro singolare (tempus, temporis)
sensus nominativo maschile singolare (sensus, sensus)
homine ablativo maschile singolare (homo, hominis)
caritate ablativo femminile singolare (caritas, caritatis)
natos accusativo maschile plurale (natus, nati)
parentes accusativo maschile plurale (parens, parentis)
scelere ablativo neutro singolare (scelus, sceleris)
sensus nominativo maschile singolare (sensus, sensus)
amoris genitivo maschile singolare (amor, amoris)
moribus ablativo maschile plurale (mos, moris)
natura ablativo femminile singolare (natura, naturae)
lumen nominativo neutro singolare (lumen, luminis)
probitatis genitivo femminile singolare (probitas, probitatis)
virtutis genitivo femminile singolare (virtus, virtutis)
virtute ablativo femminile singolare (virtus, virtutis)
probitatem accusativo femminile singolare (probitas, probitatis)
Aggettivi
coniungendam accusativo femminile singolare coniungendus, coniungenda, coniungendum - aggettivo verbale I classe
eis dativo maschile plurale is, ea, id - aggettivo pronome
fictum nominativo neutro singolare fictus, ficta, fictum - aggettivo I classe (da fingo)
simulatum nominativo neutro singolare simulatus, simulata, simulatum - aggettivo I classe (da simulo)
verum nominativo neutro singolare verus, vera, verum - aggettivo I classe
voluntarium nominativo neutro singolare voluntarius, voluntaria, voluntarium - aggettivo I classe
quoddam accusativo neutro singolare quidam, quaedam, quoddam - aggettivo indefinito
evidentius nominativo neutro singolare (comparativo) evidens, evidens, evidens - aggettivo II classe
detestabili ablativo neutro singolare detestabilis, detestabile - aggettivo II classe
similis nominativo maschile singolare similis, simile - aggettivo II classe
aliquem accusativo maschile singolare aliquis, aliqua, aliquid/aliquod - aggettivo indefinito
aliquod nominativo neutro singolare aliquis, aliqua, aliquid/aliquod - aggettivo indefinito
amabilius nominativo neutro singolare (comparativo) amabilis, amabile - aggettivo II classe
quosdam accusativo maschile plurale quidam, quaedam, quoddam - aggettivo indefinito
Altre forme grammaticali
enim congiunzione
ex preposizione ( ablativo)
quo ablativo maschile singolare - qui, quae, quod (pronome relativo)
ad preposizione ( accusativo)
Nam congiunzione
quidem avverbio
etiam avverbio
ab preposizione ( ablativo)
qui nominativo maschile plurale - qui, quae, quod (pronome relativo)
et congiunzione
In preposizione ( ablativo)
autem congiunzione
et congiunzione
id nominativo neutro singolare - is, ea, id (pronome dimostrativo)
Quapropter avverbio/congiunzione
a preposizione ( ablativo)
mihi dativo singolare - ego (pronome personale)
potius avverbio (comparativo)
quam congiunzione
magis avverbio (comparativo)
cum preposizione ( ablativo)
quodam ablativo neutro singolare - quidam, quaedam, quoddam (pronome indefinito)
quam congiunzione
quantum avverbio
illa nominativo femminile singolare - ille, illa, illud (pronome dimostrativo)
Quod nominativo neutro singolare - qui, quae, quod (pronome relativo)
quidem avverbio
quale nominativo neutro singolare - qualis, quale (pronome interrogativo/relativo)
sit congiunzione/verbo (sum, es, fui, esse - verbo irregolare)
ita avverbio
ut congiunzione
facile avverbio
multo ablativo maschile singolare (da multus, multa, multum - aggettivo)
primum avverbio
ex preposizione ( ablativo)
ea ablativo femminile singolare - is, ea, id (pronome dimostrativo)
quae nominativo femminile singolare - qui, quae, quod (pronome relativo)
nisi congiunzione
deinde avverbio
cum congiunzione
si congiunzione
cuius genitivo maschile singolare - qui, quae, quod (pronome relativo)
quasi avverbio
aliquod nominativo neutro singolare - aliquis, aliqua, aliquid/aliquod (pronome indefinito)
Nihil nominativo neutro singolare - nihil, nulla declinazione (pronome indefinito)
quod nominativo neutro singolare - qui, quae, quod (pronome relativo)
magis avverbio (comparativo)
qui nominativo maschile plurale - qui, quae, quod (pronome relativo)
quippe avverbio
cum congiunzione
propter preposizione ( accusativo)
etiam avverbio
eos accusativo maschile plurale - is, ea, id (pronome dimostrativo)
numquam avverbio
quodam modo locuzione avverbiale