Discorso di Catilina ai suoi soldati

Vos moneo ut forti atque parato animo sitis et, cum proelium inibitis, memineritis vos divitias, decus, gloriam, praeterea libertatem atque patriam in dextris vestris portare....

Vi ammonisco ad essere pronti a tutto e, quando vi scaglierete in battaglia, ricordate che sono nelle vostre mani: ricchezza, onore, gloria, oltre che la libertà e la patria.

Se vinciamo, tutto ciò sarà per noi assicurato: i beni saranno abbondanti, municipi e colonie saranno in nostro potere; se dovessimo cedere alla paura, avremmo il contrario di tutti quei vantaggi. Non può esserci luogo sicuro o amico fedele per chi non si procacciò la sicurezza con le armi. Inoltre, soldati, noi e i nostri nemici non siamo spinti dalla medesima urgenza: noi combattiamo per la patria, per la libertà, per la vita; a quelli interessa assai poco combattere per il potere di pochi.

Perciò gettatevi con ardore nella pugna, memori dell'antico valore. Forse avreste potuto finire i vostri giorni in un vergognosissimo esilio, oppure? spogliati dei vostri beni? vivendo a Roma dell'altrui elemosina: ma siccome queste cose vi sono sembrate indecorose e disdicevoli per veri uomini, avete deciso di riscattarvi con le armi. Se volete uscire dalla ristrettezza, armatevi di coraggio: a nessuno, se non il vincitore, muta la guerra in pace. Infatti, sperare salvezza nella fuga, quando hai sviato dal nemico le armi che ti proteggono il corpo, questa è davvero una follia.

In battaglia è sempre, è più grande il pericolo per coloro che hanno temono maggiormente; l'audacia è considerata come un baluardo (muro).

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