Maestri severi - LINGUA MAGISTRA - Versione latino

Maestri severi versione latino Sant'Agostino traduzione dal libro Lingua Magistra vol. 1 pagina 142 numero 45
Inizio: Ego puer rogavi te Deum, auxilium et refugium meum, et benignitatem... Fine: ...iuvenes verberati et abiecti sunt a suis magistris.

Io da bambino pregai te o Dio, mio aiuto e rifugio, e la tua clemenza: infatti a scuola spesso venivo percosso e piangevo poiché le mie piaghe erano derise dagli uomini più grandi e anche dai miei genitori: essi infatti certamente non desideravano nessun male per me, ma le frustate dei miei maestri allora per me furono un grande dolore.

Le percosse erano sempre temute dagli allievi e ancora li terrorizzano ma i nostri genitori irridevano quei tormenti con i quali noi fanciulli venivamo umiliati dai maestri. Noi alievi li conoscemmo e tememmo ma peccavamo per nostra colpa poiché talvolta scrivevamo malamente sulle tavole cerate, oppure malamente leggevamo le storie: e perciò traemmo per noi un esiguo beneficio della scuola.

Troppo spesso nelle antiche scuole dei Romani i giovani furono percossi e umiliati dai loro maestri.

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