Corruzione piaga di ogni tempo (versione di Seneca)

Corruzione piaga di ogni tempo
Autore: Seneca
Corso di Lingua L. Sintassi n. 20 pag. 104

Erras, mi Lucili, si existimas nostri saeculi esse vitium luxuriam et neglegentiam boni moris et alia quae obiecit suis quisque temporibus: hominum sunt ista, non temporum.

Nulla aetas vacavit a culpa; et si aestimare licentiam cuiusque saeculi incipias, pudet dicere, numquam apertius quam coram Catone peccatum est. Credat aliquis pecuniam esse versatam in eo iudicio in quo reus erat P. Clodius ob id adulterium quod cum Caesaris uxore in operto commiserat, violatis religionibus eius sacrificii quod 'pro populò fieri dicitur, sic summotis extra consaeptum omnibus viris ut picturae quoque masculorum animalium contegantur? Atqui dati iudicibus nummi sunt et, quod hac etiamnunc pactione turpius est, stupra insuper matronarum et adulescentulorum nobilium stilari loco exacta sunt. Minus crimine quam absolutione peccatum est: adulterii reus adulteria divisit nec ante fuit de salute securus quam similes sui iudices suos reddidit.

Haec in eo iudicio facta sunt in quo, si nihil aliud, Cato testimonium dixerat.
Hai torto, Lucilio mio, se attribuisci solo al nostro secolo la dissolutezza, l'indifferenza alla moralità, e gli altri vizi che ognuno rimprovera alla propria epoca: sono colpe degli uomini, non dei tempi. Non c'è nessuna età innocente e se tu vuoi passare in rassegna secolo per secolo la sfrenatezza, vedrai - rincresce dirlo - che la depravazione più spudorata ci fu proprio quando visse Catone. Nessuno potrebbe credere che il denaro abbia giocato un ruolo determinante nel processo che vedeva accusato P. Clodio di adulterio; lo aveva commesso in un penetrale con la moglie di Cesare e aveva violato i riti religiosi di un sacrificio che, dicono, si celebra a favore del popolo, e nel quale tutti gli uomini vengono allontanati dallo spazio sacro in maniera così tassativa da arrivare a velare le pitture raffiguranti animali maschi.

Eppure i giudici furono comprati e, cosa ancor più abbietta di questo patto, fu preteso per giunta lo stupro di matrone e di nobili giovani. Il delitto fu meno grave dell'assoluzione: l'accusato di adulterio dispensò adulterî e fu sicuro della sua salvezza solo dopo aver reso i giudici identici a se stesso. E questo avvenne nel processo in cui, per non dir altro, uno dei testimoni era Catone.

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