Ipotesi sull'origine dell'arcobaleno (Versione di latino)

Ipotesi sull'origine dell'arcobaleno
VERSIONE DI LATINO DI Seneca
PASSO ORIGINALE DA NATURALES QUESTIONES LIBER I 3

Non si forma nottetempo l’arcobaleno, o si forma molto raramente, perché i raggi della luna non hanno abbastanza forza da attraversare le nubi e da diffondere in esse quel colore che assumono quando sono toccate dai raggi del sole. Così, infatti, alcuni sostengono che si formi l’arco variopinto:

poiché nelle nubi alcune parti sono più gonfie, altre più avvallate, alcune troppo dense per lasciar passare la luce del sole, altre troppo rarefatte per non lasciarla passare, questa disuguaglianza dà luogo a una mescolanza di luce e ombra, e crea quella mirabile varietà dell’arcobaleno. Un’altra spiegazione proposta per l’origine dell’arcobaleno è di questo tipo: vediamo che, quando un tubo si è bucato in qualche punto, l’acqua esce dal forellino e, se si sparge ed è colpita obliquamente dai raggi del sole, presenta l’aspetto di un arcobaleno. Non dubitare che la causa di questo fenomeno sia nel liquido (l’arcobaleno, infatti, non si forma se non quando è nuvoloso), ma ricerchiamo in che modo avvenga. Certi affermano che ci sono alcune gocce che lasciano passare i raggi del sole e altre troppo compatte per lasciar filtrare la luce: perciò, da quelle proviene il fulgore, da queste l’ombra, e così dall’intersecarsi delle due trae origine l’arcobaleno, nel quale la parte che lascia entrare il sole risplende, quella che non lo ha lasciato passare.


VERSIONE TRATTA
DAL LIBRO LATINA LECTIO Arcus nocte non fit, quia luna non habet tantum virium ut nubes ranseat et illis colorem suffundat, qualem accipiunt nubes sole perstrictae sfiorate. Quia aliae partes in nubibus tumidiores (più gonfie) sunt, aliae summissiores, aliae crassiores quam ut solem transmittan, aliae imbecilliores quam ut excludant, haec inaequalitas alternis vicibus lucem umbramque permiscet et exprimit illam mirabilem arcus varietatem. Altera causa arcus redditur (si cita). Videmus, cum aliquo loco fistula rupta est, aquam per tenue foramen elidi, quae sic contra solem spargitur ut faciem arcus repraesentet. I dem videmus accidere, si observamus fullonem, cum os aqua implet et vestimenta, tendiculis diducta leviter aspergit: tunc adparent varii colores, quales solent fulgere in arcu Traduzione Non si forma l'arcobaleno durante la notte, perché i raggi della luna non hanno abbastanza vigore da oltrepasare le nubi e da diffondere in loro quel colore che prendono quando sono sfiorate dai raggi di sole.

Poichè nelle nubi alcune parti sono più gonfie, altre più avvallate alcune troppo dense per lasciare passare la luce del sole, altre troppo rarefatte per non lasciarla passare, questa disuguaglianza da luogo ad una mescolanza di luce ed obra e crea quella mirabile varietà dell'arcobaleno. Si cita (anche) un'altra causa (che sta all'origine) dell'arcobaleno. Vediamo che quando un tubo si è forato in qualche punto l'acqua esce dal forellino e se si sparge ed è colpita obliquamente dai raggi del sole si presenta l'aspetto di un arcobaleno. La stessa cosa la vediamo accadere se osserviamo un lavandaio quando si è riempito la bocca di aque e spruzza delicatamente i vestiti stesi sui fili, vediamo apparire i vari colori simili a quelli che risplendono di solito nell'arcobaleno.

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