Non tutti sappiamo essere grati (Versione Seneca Littera)

Non tutti sappiamo essere grati
Autore: Seneca
Littera Litterae 2d n. 4 pag. 158

'Hoc certe' inquis 'iustitiae convenit, suum cuique reddere, beneficio gratiam, iniuriae talionem aut certe malam gratiam....

"Ma, " ribatti, "è più giusto ricambiare ciascuno come si merita, il benefattore con la riconoscenza, chi ci ha offeso con la legge del taglione o almeno con il rancore.

" Questo sarà vero se chi ci ha fatto del male e chi ci ha beneficato non sono la stessa persona; in caso contrario il beneficio annulla il male. Se era giusto perdonare a chi ci fa del male, anche se non c'erano meriti precedenti, gli si deve più che il perdono se ci danneggia dopo che ci ha fatto del bene. Per me beneficio e offesa non hanno il medesimo valore: valuto di più l'uno che l'altra.

Non tutti sanno dimostrarsi grati: anche un uomo qualsiasi, sciocco e rozzo, può sentirsi obbligato, soprattutto se il favore l'ha ricevuto da poco; ignora, però in che misura deve esserlo.

Solo il saggio sa quanto e che cosa bisogna valutare. Lo sciocco di cui parlavo ora, anche se ha buona volontà, ricambia in misura minore al dovuto, oppure non ricambia a luogo e tempo debito; così spreca e getta via la sua riconoscenza.

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