Ritratto di Claudio (Versione Svetonio)

Ritratto di Claudio
Autore: Svetonio

Cibi vinique qvocumque et tempore et loco appetentissimus, cognoscens quondam in Augusti foro ictusque nidore prandii, quod in proxima Martis aede Saliis apparabatur, deserto tribunali ascendit ad sacerdotes unaque decubuit.

Nec temere umquam triclinio abscessit nisi distentus ac madens, et ut statim supino ac per somnum hianti pinna in os inderetur ad exonerandum stomachum. Somni brevissimi erat. Nam ante mediam noctem plerumque vigilabat, ut tamen interdiu nonnumquam in iure dicendo obdormisceret vixque ab advocatis de industria vocem augentibus excitaretur. Libidinis in feminas profusissimae, marum omnino expers. Aleam studiosissime lusit, de cuius arte librum quoque emisit, solitus etiam in gestatione ludere, ita essedo alueoque adaptatis ne lusus confunderetur. saevum et sanguinarium natura fuisse, magnis minimisque apparuit rebus. Tormenta quaestionum poenasque parricidarum repraesentabat exigebatque coram.


Sempre pronto a mangiare e a bere, qualunque fosse l'ora e il luogo, un giorno che sedeva come giudice nel foro di Augusto, fu allettato dal profumino di un pranzetto che si stava preparando nel tempio di Marte per i sacerdoti Salii: lasciando allora il suo tribunale, salì presso questi sacerdoti e si mise a tavola con loro. Insomma non lasciò mai la sala da pranzo senza essersi ben satollato e riempito di vino, in modo che subito dopo, mentre dormiva disteso sul dorso, con la bocca aperta, si doveva introdurgli nella gola una penna per liberargli lo stomaco. Dormiva pochissimo (generalmente, infatti, stava alzato fin quasi a mezzanotte), ma qualche volta si addormentava durante la giornata, magari mentre stava giudicando e gli avvocati riuscivano appena appena a svegliarlo, alzando intenzionalmente il tono della voce. Aveva per le donne una passione sfrenata, ma era immune da vizi contro natura.

Appassionato per il gioco dei dadi, scrisse anche un libro sul modo di praticarlo e giocava d'abitudine anche nelle sue passeggiate, avendo fatto sistemare la sua vettura e il suo tavoliere in modo che il gioco non risultasse disturbato dal movimento. Per natura fu crudele e sanguinario, e ciò lo si vide sia nelle grandi, sia nelle piccole cose. Sottoponeva a tortura e puniva i parricidi senza nessun indugio e sotto i suoi occhi

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