Disumana crudeltà di Tolomeo Fiscone

Cum de crudelitate dicam, mihi videtur de Ptolomaeo Physcone quoque scribere, qui paulo an­te libidinosa amentiae taeterrimum exemplum iam dicebatur esse....

Parlando di crudeltà mi sembra giusto citare (scrivere) anche di Tolemeo Pancione di cui abbiamo già detto quale esempio orribile di folle libidine.

Lo stesso ora è degno di essere ricordato come modello di eccezionale crudeltà: il quale vedendo quanto era divenuto odioso alla patria per liberarsi dal timore incorse in una grandissima scellerateza. Che infatti si può immaginare di più crudele di questo fatto? Egli  infatti  ordinò di uccidere alla sua presenza suo figlio chiamato Menfite che aveva avuto da Cleopatra, sua sorella e moglie nello stesso tempo,  un fanciullo di nobile aspetto e di magnifiche speranze.

 Subito  poi ordinò ad un servò  di mandare alla madre come dono per il compleanno, testa e piedi recisi,  coperti da una clamide in una cesta, quasi fosse all'oscuro del terribile dolore che le procurava e reso per nulla affatto infelice del fatto che nella comune perdita aveva reso Cleopatra degna di compassione e se stesso inviso a tutti.

E si racconta anche che fece questo: per poter più sicuramente regnare, dopo aver fatto a pezzi tutto il popolo, circondò di armi e di fuoco il ginnasio, e tutti i giovani che erano dentro quello, parte con il ferro, parte con la fiamma li uccise.

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