Euripide risponde alle critiche - Versione Valerio Massimo Ornatus

Euripide risponde alle critiche
versione di Valerio Massimo traduzione libro ORNATUS

Euripides, postulante populo ut ex tragoedia quandam sententiam tolleret, progressus in scaenam dixit se ut uem doceret, non ut ab eo disceret, fabulas componere solere....

Euripide, allorché il popolo gli chiese di togliere una battuta da una tragedia - avanzando sul palco, affermò che luii era solito comporre lett. favole )ma in questo caso si intende opere teatrali) per insegnare ad esso (cioè al popolo) e non per essere da esso edotto.

Certamente è degna di lode (bisogna lodare) una (tal) fiducia, che valuta la propria stima con metro certo e che tanto è pretenziosa di sé, quanto basta a non essere lontana dal disprezzo e nell'insolenza.

Pertanto (è) degno lodevole anche ciò che (Euripide) ribatté al poeta tragico Alcestide. Poiché (Euripide) si lamentava con lui per fatto di non esser riuscito a tirar fuori più di tre versi in un lasso di tempo di tre giorni, pur sforzandosi molto (con massimo lavoro), mentre quello si vantava di averne composto un centinaio senza alcun sforzo, (Euripide) controbatté: "Ecco (appunto) la differenza: i tuoi versi dureranno solo tre giorni, i miei saranno eterni". E infatti, gli scritti dell'uno - (autore)

prolifico - sono naufragati subito nella prima metà della memoria (ovvero nel dimenticatoio), mentre l'opera dell'altro (Euripide) pensata con stile esitante giungeranno a gonfie (lett. piene) vele alla gloria attraverso il trascorrere infinito del tempo

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