Ingratitudine dei Romani verso gli Scipioni - Versione di latino di Valerio Massimo

Ingratitudine dei Romani verso gli Scipioni
versione di latino di Valerio Massimo

Africanus superior non solum contusam et confractam belli Punici armis rem publicam, sed paene iam exsanguem atque morientem Carthaginis dominam reddidit....

Traduzione L’Africano Maggiore rese la Republica signora di Cartagine non solo essendo indebolita e ridotta a mal partito per le armi della guerra Punica ma quasi mentre era già priva di forze e morente.

I cittadini ricambiando con insulti le sue splendide imprese lo resero abitante di un oscuro villaggio e di una palude deserta. Non avendo taciuto la durezza del suo volontario esilio la porto agli inferi, ordinando che si scolpisse sul suo sepolcro “ Patria ingrata neppure le mie ossa possiedi”. Cosa c’è più indegno sia di codesta costrizione sia più equo di codesta denunzia sia più moderato di codesta vendetta?

Negò le proprie ceneri a quella che non aveva lasciato fosse ridotta in cenere. Dunque la città di Roma di un animo ingrato provò questa sola vendetta di Scipione maggiore, per Ercole, della violenza di Coriolano: egli colpì la patria con il terrore questi con la vergogna.

Di questo fatto si trattenne per neanche lamentarsi se non dopo la morte tanto grande (è) la fermezza dell’autentica fedeltà.

altra proposta di traduzione

L'Africano Maggiore rese la Repubblica signora di Cartagine, quando ( Roma era) non solo malconcia e distrutta, per via delle armi della guerra punica, ma praticamente già sfinita e morente.

I concittadini ricompensando con oltraggi le sue straordinarie imprese lo mandarono in esilio in un oscuro villaggio e lo resero abitante di deserta palude. (ma Scipione) non avendo taciuto l'amarezza di questo esilio volontario portò la sua acerbità fin nell'oltretomba, ordinando che fosse scolpito (ciò) sulla sua tomba: "Patria ingrata, non hai neanche le mie ossa". Che cosa (vi è) di più indegno di una simile imposizione, o più legittimo di questa accusa, o (che cosa vi è) di più moderato della vendetta di costui?

Negò le proprie ceneri a quella (cioè a Roma), (proprio lui ) che non aveva permesso fosse ridotta in cenere. E dunque, Roma provò quest'unica vendetta di Scipione, dell'ingratitudine (ricevuta da Roma). (La vendetta fu), per Ercole, maggiore che la violenza di Coriolano quello infatti, colpì la patria col terrore, questo con la vergogna.

Della qual cosa si trattenne anche dal lamentarsi, se non dopo la propria morte così grande è la costanza del vero amore.

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