La maestà di Scipione incuteva rispetto anche ai nemici (Versione latino Valerio Massimo)

La maestà di Scipione incuteva rispetto anche ai nemici
versione latino Valerio Massimo

Sed quid mirum, si debitus honos a civibus Metello tributus est, quem superiori Africano etiam hostis praestare non dubitavit?...

Nessuna meraviglia se i cittadini tributarono a Metello quell'onore che persino il nemico non esitò ad accordare all'africano maggiore, se è vero che il re Antioco durante la guerra che conduceva contro i Romani ne accolse con tutti gli onori il figlio che era stato catturato dai suoi soldati e ricolmatolo di doni degni di un re, lo rimandò spontaneamente ed al più presto a suo padre, pure se allora più che mai l'Africano lo scalzava dal suo regno. Ma sia come re sia pur provocato, preferì portare rispetto al suo illustrissimo nemico che vendicare il suo dolore.

Mentre l'africano maggiore si trovava nella sua villa di Literno, numerosi capi di pirati si recarono nello stesso momento a vederlo. credendo che fossero venuti con intenzioni ostili egli fece disporre a difesa sul tetto della casa un gruppo di suoi servi ed era tutto preso dai preparativi per respingere gli aggressori. Quando i predoni se ne resero conto, fatti allontanare i propri compagni e gettate a terra le armi si avvicinarono sulla porta ad annunciare a gran voce che erano venuti non per attentare alla sua vita, quali ammiratori della sua virtù per avere la possibilità di osservare da vicino un uomo così famoso:

lo desideravano quasi come un dono divino perciò avesse la bontà di farsi vedere senza preoccupazione alcuna.

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