La straordinaria eloquenza di Pericle - Nove discere versione latino

La straordinaria eloquenza di Pericle
versione latino Velleio Patercolo
traduzione libro nove discere

Pericles autem, felicissimis naturae incrementis sub Anaxagora praeceptore summo studio perpolitis instructus Pericles cervicibus iugum...

Pericle dopo aver alla scuola di Annassagora con grande cura i notevolissimi doni di natura, impose sulle teste degli uomini liberi di Atene il giogo della schiavitù:

governò infatti quella città e la rigirò a suo piacimento, e, nonostante parlasse contro la volontà del popolo, la sua voce non era per niente meno gradita e popolare. Perciò la maldicenza della commedia antica, benchè desiderasse offuscare la potenza dell’uomo, tuttavia confessava che una piacevolezza più dolce del miele abitasse nelle labbra dell’uomo e negli animi di tutti quelli che lo avevano ascoltato e proclamava che restavano quasi delle specie di aculei.

Si tramanda che un tale, ormai molto vecchio, essendo presente al primo discorso pubblico di Pericle giovinetto e avendo ascoltato da giovane anche Pisistrato ormai decrepito che arringava, non si trattenne dall’esclamare che era opportuno guardarsi da quel cittadino, poiché il suo discorso era molto simile al discorso di Pisistrato.

E all'uomo non sfuggì né la valutazione della sua eloquenza né la previsione delle sue abitudini. Che cosa infatti fu la differenza tra Pisistrato e Pericle, se non che quello armato, questo senza armi portarono avanti la tirannide?

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