Mario scampa alla morte - Valerio Massimo

versione latino Verte Mecum Valerio Massimo

C. Marius in profundum ultimarum miseriarum abiectus ex ipso vitae discrimine beneficio maiestatis emersit: missus enim ad eum occidendum...

Caio Mario, calato nell'abisso delle peggiori sventure, scampò (tuttavia) al pericolo di morte grazie al proprio carisma personale [beneficio maiestatis]: infatti, un servo pubblico di nazionalità cimbra Mandato infatti ad ucciderlo, chiuso nella casa privata di Minturno, un servo pubblico, Cimbro di nazione, con la spada sguainata, non fu capace di aggredire il vecchio e inerme e avvolto dallo squallore: ma paralizzato dalla fama dell'uomo gettò via l'arma, stordito e quindi tremante fuggì.

Senza dubbio la rovina Cimbrica abbagliò gli occhi dell'uomo e fu il ricordo del)la strage del proprio popolo sconfitto a far(gli) mancare il coraggio; e, senza dubbio, agli dèi immortali parve (alquanto) indegno che Mario venisse ucciso da un membro di quel popolo che proprio lui [Mario, appunto] aveva interamente sgominato. E allora, gli abitanti di Minturno - rapiti dal suo prestigio - gli diedero salva la vita [praestiterunt], (per quanto egli fosse) già prigioniero e oramai in balia [constrictum] della crudele ineluttabilità del fato. Né essi ebbero timore [la costr.

è quella del doppio dat. ] della asperrima vittoria di Silla, (e ciò si evince) soprattutto dal fatto che Mario stesso avrebbe potuto distoglierli dal salvarlo [lett. dal salvare Mario, e dunque se stesso].

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