Radicale trasformazione subita da un giovane dissoluto nell'udire un discorso del filosofo Senocrate

Radicale trasformazione subita da un giovane dissoluto
nell'udire un discorso del filosofo Senocrate
Valerio Massimo

Luxuriae Athenis adulescens Polemo, neque inlecebris eius tantum modo, sed etiam ipsa infamia gaudens, cum e convivio non post occasum...

Un giovane ateniese depravato che godeva non solo delle proprie dissolutezze ma addirittura (che godeva)

della propria cattiva fama si era allontanato da un banchetto non al tramonto ma al sortere del sole. Mentre tornava a casa, vista aperta la porta di casa del filosofo Senocrate pieno di vino profumato di unguenti, con la testa cinta da una ghirlanda di fiori e con adosso abiti trasparenti entrò nella scuola affolata di sapienti e non contendo di esservi entrato in condizioni pietose persino vi si sette intenzionato a disturbare con la sua petulanza da ubriiacole parole nobili ed i saggissimi insegnamenti del filosofo.

Mentre tutti, come era naturale (che fosse), mostravano il proprio sdegno, Socrate non battàè ciglio, e troncato l'argomento del suo discorso andò a parlare della modestia e della temperanza. Polemone costretto dalla gravità di quelle parole a ritornare in se', prima si levò dalla testa e scagliò in terra la corona, poco dopo ritirò il braccio dentro al mantello, poi fini' di atteggiare il suo viso come quello di un invitato reso felice dal vino, infine lasciò ogni lussuria e guarito dalla saluberrima medicina di un solo discorso da quel malfamato crapulone che era, divenne un grandissimo filoso.

Secondo tipo
Inizio: immodicae luxuriae adulescens Atheniensis Polemo. . Fine: . . ex infami ganeone maximus philosophus evasit.

L'ateniese Polemone, giovane di smisurata dissolutezza, dopo che si era allontanato da un convivio non dopo il tramonto del sole, ma dopo il sorgere e, andando a casa, ebbe visto aperta la porta del filosofo Senocrate, appesantito dal vino, cosparso di profumi, con la testa cinta di ghirlande, coperto di una veste trasparente, entrò nella scuola di quello, affollata di uomini dotti.

Non contento di un ingresso così vergognoso, si sedette addirittura e cominciò a canzonare sia il nobilissimo parlare che i sapientissimi precetti. Allora Senocrate, tralasciate le cose di cui parlava, parlò della moderazione e della temperanza. Polemone, costretto a tornare in sé dalla gravità di questo discorso, prima gettò via la corona tolta dal capo, poco dopo abbandonò l'ilarità, infine si liberò di tutta la lussuria:

guarito dalla saluberrima medicina di un solo discorso, da disonorato crapulone divenne grandissimo filosofo.

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