Severità di padri nell'antica Roma Versione Valerio Massimo

Severità di padri nell'antica Roma- Valerio Massimo
versione di latino e traduzione

Scaurus, lumen ac deus patriae, cum apud Athesim flumen impetu Cimbrorum romani equites pulsi urbem pavidi repeterent, filio suo,...

Scauro, esempio luminoso e divino della patria, mentre attaccava presso il fiume Adige la cavalleria romana spaventata fu spinta verso la città dall'assalto dei Cimbri, a suo figlio, partecipe del loro sbigottimento, mandò a dire che si sarebbe presentato alle ossa di lui ucciso molto volentieri in un esercito schierato a battaglia, piuttosto che avrebbe visto lui stesso colpevole di una disonorevole fuga: e cosi, se gli fosse rimasta come qualche residuo nel cuore della verecondia, avrebbe evitato II cospetto del padre.

Essendo stata ricevuta dal figlio quell'ambasciata, il giovane fu costretto più coraggiosamente a sguainare la spada verso se stesso, più che contro il nemico e si trafisse con la sua spada. Ne meno coraggiosamente A. Fulvio, uomo appartenente alla classe del senato, trattenne il figlio che andava verso l'esercito schierato quanto Scauro che rimproverava il figlio che fuggiva dalla battaglia: che infatti il giovane spiccava tra i coetanei per ingegno e bellezza, propizio ad un perverso disegno di Catilina, e mentre si precipitava al suo accampamento con un assalto temerario, allontanatosi prima che terminasse il viaggio si dispose al sacrificio della morte, aggiungendo che lui non si generasse a Catilina contro la patria, ma alla patria contro Catilina.

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