Un esempio di amore fraterno

Versioni latine per il biennio Valerio Massimo

Multa sunt exempla fraternae benevolentiae, quae celebrant artissima sanguinis vincula sed e tantis et iam insignibus factis non erit ingratum militis cuisdam summam erga fratrem suum pietatem memorare.

Is namque in castris Cn. Pompei stipendia peragebat. Olim, cum Sertorianum militem acrius sibi in acie istantem comminus interemisset iacentemque eum spoliaret fratrem germanum esse cognovit. Tum, multum ac diu convicio deos insecutus ob donum impiae victoriae, prope castra corpus eius transtulit et pretiosa veste opertum rogo imposuit.

Ac deinde subiecta facie protinus eodem gladio, quo illum interemerat, pectus suum transverberavit seque super corpus fratris prostatum communibus flammis cremandum cradidit. Potuerat ille miles ingnorantiae beneficio innocens vivere, sed, ut sua pietate potius quam aliena venia uteretur, comes fraternae neci non defuit.

Molti sono gli esempi di fraterna benevolenza, che celebrano strettissimi vincoli di sangue, ma da tanti e tanto insigni fatti sarà gradito ricordare la somma affezione di un certo soldato verso suo fratello. Questi infatti prestava servizio nell'accampamento di Cn. Pompeo.

Una volta, avendo ucciso un soldato di Sertorius che lo incalzava con abbastanza accanimento in battaglia e spogliandolo mentre giaceva, riconobbe che era suo fratello.

Allora imprecando molto a lungo contro gli dei per il dono dell'empia vittoria, trasferì il suo corpo vicino all'accampamento e lo pose sul rogo coperto con una veste preziosa.

Poi subito dopo aver gettato una torcia sotto trafisse il suo petto con la stessa spada, con la quale aveva ucciso quello, e prostrato sul corpo del fratello si abbandonò alle fiamme comuni per essere cremato.

Avrebbe potuto quel soldato vivere col beneficio dell'ignoranza, ma, per usare della sua affezione piuttosto che del perdono altrui, (e) compagno non si sottrasse alla morte violenta di suo fratello.