Cimbri e teutoni sterminati da Mario (VERSIONE Velleio patercolo)

versione latino Velleio Patercolo

Iisdem annis, quibus bellum Iugurthinum gerebatur Cum effusa immanis vis Germanorum gentium, quibus nomen Cimbris ac Teuttonis erat,...

Negli stessi anni nei quali veniva condotta la guerra Giugurtina, un'orda spaventosa di popolazioni germaniche chiamate Cimbri e Teutoni si riversò in Italia e sbaragliò e mise in fuga i consoli Cepione e Manlio, e prima Carbone e Silano privandoli dell'esercito e successivamente trucidò l'ex console Scauro Aurelio e altri comandanti di grande prestigio, il popolo romano credette che nessun altro generale fosse più di Mario capace di respingere nemici tanto pericolosi.

Allora si moltiplicarono i suoi consolati. Il terzo fu impiegato nei preparativi di guerra. Nel corso del quarto venne a battaglia con i Teutoni al di là delle Alpi nei pressi delle Acque Sestie e la gente (dei Teutoni) fu sterminata.

Durante il quinto Mario in persona e il proconsole Q. Lutazio Catulo combatterono con grandissimo successo al di qua delle Alpi nella pianura chiamata Campi Raudii: più di centomila nemici furono uccisi o catturati.

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